Spiato in tv
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Un “Fattore umano” tanto costruito...

Se per tanti, generalmente, la voglia di apparire in televisione fa compiere molte cose contro il buon senso, al contrario con Fattore umano Italia 1 vorrebbe mostrare come si comporta di fronte a situazioni imbarazzanti la gente normale che pensa di non essere ripersa dalle telecamere...

Parole chiave: Fattore umano (1)
Un “Fattore umano” tanto costruito...

Se per tanti, generalmente, la voglia di apparire in televisione fa compiere molte cose contro il buon senso, al contrario con Fattore umano Italia 1 vorrebbe mostrare come si comporta di fronte a situazioni imbarazzanti la gente normale che pensa di non essere ripersa dalle telecamere. Questo programma, infatti, attraverso il meccanismo della candid camera, portato nel nostro Paese già più di cinquant’anni fa da Nanni Loy con Specchio segreto, con la complicità di alcuni attori inscena mille diverse situazioni di fronte alle quali si potrebbero trovare le persone. Le vicende create ad arte sono davvero infinite: dal fingere che una persona abbia perso del denaro e voler a tutti i costi restituirglielo anche se non è suo, al vedere la diversa reazione alla medesima richiesta d’aiuto da parte di una modella o di una donna vestita con il burqa.
Finché il programma vuole semplicemente strappare un sorriso, oppure destare curiosità o magari far riflettere con toni agrodolci, allora il meccanismo funziona; quando, invece, vuole assurgere al rango d’indagine sociologica inesorabilmente diventa ridicolo. I mezzi artigianali messi a disposizione, il campionario assolutamente non scientifico, l’inevitabile scarto di situazioni non mandate in onda o tagliate per esigenze di copione rende immotivato qualsiasi intento di obiettività. Il mandare in onda alcune giustificazioni delle persone, una volta saputo dell’inganno in cui erano cadute, circa il loro comportamento non aggiunge nulla di nuovo. Più che sfidare i luoghi comuni e capire il comportamento degli italiani, come ha scritto Emanuele Boffi, la trasmissione svela i pregiudizi che gli autori nutrono verso gli italiani piuttosto che quello che effettivamente dimostra la gente comune. Non si può non intravedere in alcuni sketch una certa malizia o lo sviluppo di una tesi costruita a tavolino per dimostrare quello che già si aveva in mente di documentare, sullo stile de Le iene. Italia 1, dunque, da sempre avvezza al linguaggio immediato e slang dei giovani, ha confezionato questo programma insulso come il suo titolo, quasi fosse un non originale Tg fra la gente, che da stereotipata raccolta d’opinioni è diventato un siparietto con trappola a sicuro impatto e a costi irrisori. All’interrogativo che accompagna il programma, ovvero cosa fanno le persone quando non sanno di essere osservate, occorrerebbe per completezza conoscere come queste si comporterebbero nella medesima situazione quando invece fossero realmente consapevoli che la telecamera le sta riprendendo.

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