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Povera Sandrelli, “mamma” di Garko...

Non è stato mio figlio è la dichiarazione spontanea di una madre di fronte al proprio erede accusato di essere coinvolto nel suicidio della propria nipote. Ma è anche il titolo della nuova fiction di Canale 5 curata dal fecondo autore Teodosio Losito che ha voluto con sé i suoi attori preferiti: Gabriel Garko e Massimiliano Morra...

Parole chiave: Non è stato mio figlio (1)
Povera Sandrelli, “mamma” di Garko...

Non è stato mio figlio è la dichiarazione spontanea di una madre di fronte al proprio erede accusato di essere coinvolto nel suicidio della propria nipote. Ma è anche il titolo della nuova fiction di Canale 5 curata dal fecondo autore Teodosio Losito che ha voluto con sé i suoi attori preferiti: Gabriel Garko e Massimiliano Morra. I quali, trasferitisi dalle storie legate al mondo della mafia, hanno ripulito la loro credibilità diventando dei rispettabili industriali. La storia, infatti, ruota attorno alle vicende della famiglia Geraldi, il cui figlio maggiore Andrea racconta in prima persona le vicende che gli ruotano attorno, tutte condite d’innumerevoli misteri, tra cui, addirittura, un sospetto caso d’incesto commesso in un locale per spogliarelliste. È proprio Andrea, alias Garko, il grande indagato e al tempo stesso è sempre lui che è difeso strenuamente dalla mamma Anna, interpretata da Stefania Sandrelli. L’attrice ripropone in questa trasmissione lo stesso personaggio della mamma-chioccia cui aveva già prestato il volto in Una grande famiglia in onda su Rai Uno.  
Sempre dalla tv di Stato arrivano anche Giorgio Lupano, protagonista di Paura d’amare, e Roberta Giarrusso, già vista nel Commissario Manara.
Nelle abbondanti scene girate in penombra, quasi a evocare l’intrigo, si muove un grande sottobosco di personaggi, all’apparenza di splendide virtù, ma in realtà segnati tutti dal rancore e dall’odio. Quando arriva l’ora di svelare un inganno, subito questo ne contiene al suo interno un altro.
La passione amorosa e la vendetta mescolate insieme scatenano reazioni intense le cui tinte troppo forti per esigenza di copione si trasformano però in macchietta. L’unica a uscirne bene è Sandrelli che non si capisce come possa essere finita in una produzione di così basso livello. Alla fine, anche se nessuno gli dà fiducia, il suo personaggio è l’unico credibile e di un certo spessore in una grande giravolta di comparse più adatte a figurare su un fotoromanzo.
La doppia programmazione settimanale fa pensare che i dirigenti di rete vogliano quasi voler smaltire in fretta un programma tenuto in magazzino e verso il quale non nutrono grande speranza di successo. Lo share delle prime puntate in calo dal 13 all’11%, è appena sufficiente per la media di Canale 5. Se solo alla fine si spera di sapere se la mamma avràavuto la giusta percezione circa la colpevolezza o l’innocenza del proprio figlio, nel frattempo gli unici a essere condannati sono i telespettatori che possono meritare ben di più da un programma di prima serata.   

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