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Cent'anni di volontariato targato Aido e Fidas

di VALENTINA SOAVE
Tante storie e altrettante esperienze nelle pagine di un libro

 

Cent'anni di volontariato targato Aido e Fidas

di VALENTINA SOAVE
C’è Sofia, morta per una malattia fulminante a vent’anni, che ha salvato la vita a cinque uomini. C’è Bruno, classe 1939, uno dei primi donatori di sangue di Castelnuovo del Garda, che ha fornito 106 sacche ad ammalati in attesa. C’è Giorgio, fisico da sportivo, che a cinquant’anni scopre all’improvviso di avere una malattia congenita al fegato e di aver bisogno di un trapianto urgente; oggi ha 67 anni, ed è qui a raccontarlo. C’è Matteo, barista, tatuatissimo, già medaglia d’oro di Fidas Verona con 53 donazioni: sui social convince i giovani a tendere il braccio, ricordando che l’abito non fa il monaco e tutti possono fare la propria parte.
È un concentrato di amore, passato anche attraverso la sofferenza, il libro Cento anni di volontariato, promosso dalle sezioni Aido e Fidas Verona di Castelnuovo del Garda, in collaborazione con l’Amministrazione comunale. Un inno alla vita e al dono condensato in undici storie straordinarie, raccolte dalla giornalista Susanna Carli. «Persone coraggiose, piene di dignità, che mi hanno aperto la porta di casa e il loro cuore, raccontando il valore della donazione anche nei momenti più bui, come quando si sono trovate di fronte a tragedie quali la morte di un figlio, e sono riuscite a pensare alla donazione degli organi e dei tessuti nonostante il dolore», sottolinea l’autrice.
Un lavoro su carta, curato dal grafico Manuel Venturi, impreziosito da un documentario realizzato dal videomaker Emanuele Zantedeschi, che punta a veicolare le storie tra i giovani, in un formato a loro congeniale, disponibile sul canale YouTube istituzionale “Castelnuovo del Garda Official”. L’idea della pubblicazione è nata in concomitanza di due anniversari: i 55 anni di attività della locale sezione di donatori di sangue di Fidas Verona e i 45 anni del gruppo Aido comunale “Giuseppe Banterle”. «Cent’anni complessivi di attività di aiuto al prossimo: un traguardo che ci rende molto orgogliosi e ci ricorda che non esistono limiti al dono», sottolinea il sindaco di Castelnuovo Giovanni Dal Cero. «Il nostro è uno dei Comuni veneti con la più alta concentrazione di associazioni di volontariato: contiamo 14mila abitanti e un castelnovese su tre è iscritto a un’associazione del territorio, segno che l’attenzione ai più fragili è nel Dna dei nostri concittadini», sottolinea l’assessore alle associazioni, Thomas Righetti.
Il volume è stato presentato di recente in Provincia, ente che ha concesso il patrocinio, alla presenza di Manuel Corezzola, presidente della sezione Aido di Castelnuovo, e di Gianluca Gianola, vicepresidente della sezione di Fidas Verona. Le prime 400 copie sono già andate a ruba, ma si farà una seconda ristampa; per richiedere la pubblicazione si può scrivere una mail alle associazioni: castelnuovo@fidasverona.it o castelnuovodelgarda@aido.it. In Provincia c’erano pure alcuni intervistati, protagonisti delle pagine. Come i genitori di Sofia Salvetti, Simonetta e Alessandro, che portano avanti col figlio Francesco il ricordo di questa ragazza solare, impegnata nel volontariato e nello studio, che da grande avrebbe voluto fare il medico per aiutare gli altri. È morta a 20 anni, nel giro di pochi giorni, a causa di un’encefalite da herpes. “Nella mia famiglia c’è un caso di un trapianto di cuore andato a buon fine – racconta la mamma –. Quando ne parlavamo, Sofia mi diceva convinta che, se le fosse successo qualcosa, lei avrebbe voluto che i suoi organi venissero donati: se nel dolore della morte si poteva parlare di speranza, lei la vedeva in questo gesto”. Così è stato.
Lo stesso si può dire per il primo donatore di organi di Castelnuovo, Giuseppe Banterle, a cui è intitolata la sezione Aido. La sua morte inaspettata, a causa di un embolo post-operatorio, nel 1995, quando aveva solo 51 anni, ha aperto il sentiero della generosità. “Lui era iscritto all’Aido e, in un certo senso, ci ha autorizzato a questa scelta inevitabile: abbiamo solo portato a compimento la sua decisione”, dicono la figlia Paola e la moglie Maria Gottardi. Nel libro, tutto da sfogliare, ci sono poi le testimonianze, non meno toccanti, di Samantha Dal Pra’, mamma di Manuel Malerba, investito da un’auto a soli 15 anni; di Mariangela Perantoni, che otto anni fa ha donato un rene al figlio Nicola Guasti, facendolo nascere due volte; di Giorgio Zerbato, che aveva un fegato in scadenza e grazie a un donatore può ancora vivere.
Di generosità incondizionata parlano pure le storie dei donatori di sangue iscritti alla sezione Fidas Verona di Castelnuovo: Bruno Vinco, Pietro Bovo, Luciano Rigo, Matteo Migliorini. E, ancora, la 44enne Sabrina Taioli, mamma di tre bimbe, figlia di un trapiantato di fegato, eppure così spaventata dall’ago da aver paura di avvicinarsi al Centro trasfusionale. “Quattro anni fa mi sono rimessa in gioco e ho vinto il timore, consapevole che qualcuno può stare meglio grazie al mio dono”, spiega. “Perché no?”, si è detto invece Andrea Forante, impegnato a divulgare questo gesto tra i giovani che frequentano il suo bar, a Sandrà. Soprattutto ai più indecisi o apparentemente lontani dal mondo della donazione. “Spiego che tatuaggi e piercing non sono incompatibili col dono, comportano solo una sospensione temporanea di quattro mesi, a tutela del ricevente: insomma, non ci sono scuse”.
Per donare sangue e plasma, infatti, basta essere in buona salute, pesare almeno 50 chilogrammi e avere un’età compresa tra i 18 e i 65 anni (per info: www.fidasverona.it). Per esprimere il proprio “sì” alla donazione di organi e tessuti si possono consultare tutte le modalità sul sito dell’Aido (www.aido.it); è possibile dare il consenso pure in sede di rinnovo della carta d’identità in Comune.

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