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Le statuine del presepe parlano e si raccontano

Isabella Salmoirago
Marco Antonio Rosso
Parola al presepe
25 racconti per vivere il Natale
Illustrazioni di Elisa Enedino
Paoline Editoriale Libri
Milano 2022
pagg. 112 - Euro 18

Le statuine del presepe parlano e si raccontano

Sono questi i giorni in cui, dopo un lungo oblio, riemergono dalla cantina o dalla soffitta le scatole con dentro le statuine del presepe, la capanna e la stella cometa. Nel libro Parola al presepe. 25 racconti per vivere il Natale scritto da Isabella Salmoirago e Marco Antonio Rosso, esperti di narrativa per ragazzi, e illustrato da Elisa Enedino, diplomata alla Scuola del fumetto di Palermo, proprio i personaggi del presepe si raccontano.
Dalla stella cometa che per undici mesi all’anno sta in fondo allo scatolone, con una punta ammaccata e la coda rotta, che aspetta la realizzazione del presepe per sentirsi di nuovo al centro dell’attenzione. Ai cammelli che all’inizio vengono collocati in fondo allo scenario per poi avanzare con l’avvicinarsi dell’Epifania. E poi i Magi Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. C’è anche la statuina che non c’è, quella del quarto Re Magio, dal nome leggendario di Artaban che lungo la strada verso la capanna si ferma a soccorrere chi ha bisogno del suo aiuto, dona le pietre preziose originariamente destinate al Bambino e arriva a Betlemme quando la Santa Famiglia è già fuggita in Egitto. E poi il sogno di Benino, il pastorello che dorme ma si sveglia al suono delle trombe angeliche che annunciano la nascita di Gesù. Non manca la pecorella abbagliata dalla lucina, il pescatore che (non) ha pescato un luccio da dieci chili nel laghetto del presepe (che in realtà è solo uno specchietto luccicante in mezzo al muschio). Ovviamente ci sono i racconti del bue e dell’asinello, e non possono mancare quelli dei principali protagonisti della Natività, ovvero Giuseppe, Maria e Gesù Bambino. Il papà di Gesù è raffigurato mentre tiene in braccio il Bambino e lo culla “perché Maria riposi un po’ dopo averlo messo al mondo. Far nascere un bambino non è una passeggiata, tutte le mamme lo sanno bene…”. Il Figlio di Dio è rappresentato con il sorriso sulle labbra e le braccia aperte “per accogliere chi viene qui, davanti alla mia culla, con il cuore sincero, portando i suoi doni. Io li accetto tutti […]. I miei preferiti però sono i doni invisibili, quelli che non si vedono perché stanno dentro il cuore delle persone: il tempo dedicato agli altri, le attenzioni, i progetti, le speranze, i sogni”.
Ogni breve racconto (un paio di pagine, con caratteri ad alta leggibilità) esprime infatti anche un significato, una “morale”, un insegnamento che ciascun lettore (giovane o meno giovane che sia) può fare proprio. È quindi un libro che può essere ottimamente utilizzato pure dagli adulti per raccontare il presepe e i personaggi che lo animano ai bambini più piccoli che ancora non sanno leggere.

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