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Le ragazze rapite da Boko Haram

Viviana Mazza - Adaobi Tricia Nwaubani
Ragazze rubate
Mondadori - Milano 2016
pp. 203 – euro 15

Parole chiave: Ragazze rubate (1)
Le ragazze rapite da Boko Haram

Il 14 aprile 2014, nel cuore della notte, i miliziani di Boko Haram rapirono 276 studentesse dal dormitorio della scuola superiore di Chibok, nel nordest della Nigeria. Quella vicenda ha commosso il mondo. Nei giorni successivi alcune riuscirono a scappare, altre sono state liberate poco tempo fa ma di 200 di loro non si hanno più tracce da allora. Sono vive? Sono state costrette a matrimoni forzati o a convertirsi? Sono state trasformate in kamikaze? Negli ultimi anni, come loro, ne sono scomparse a centinaia. Inghiottite dalla foresta di Sambisa, roccaforte dei jihadisti nello Stato di Borno, dove vengono abusate e addestrate al combattimento. Sono le “ragazze rubate” e, a parte i loro cari, quasi nessuno sa chi siano.
Mazza e Nwaubani, la prima giornalista del Corriere della Sera (si occupa di Esteri) e la seconda scrittrice nigeriana, tentano l’impresa di dare voce alle loro storie. Lo fanno alternando cronaca e narrazione, secondo la tecnica della docu-fiction. Utilizzano soprattutto le informazioni fornite dalle famiglie per raccontare uno spaccato della vita vera di sette di quelle studentesse, ma anche per la sezione del libro romanzata partono dalle esperienze reali di altre ragazze che sono state prigioniere nella foresta di Sambisa, sopravvissute incontrate nei campi profughi o nelle loro case.
È facile immaginare, quindi, che in Ragazze rubate vengano riportati pure episodi duri, che mostrano gli orrori vissuti dalle giovani donne nigeriane. Ma l’obiettivo non è raccontare una storia violenta quanto, piuttosto, raccontare una storia umana. Spesso si fa fatica a intravederla, dietro notizie che ci appaiono così lontane e diverse dalla nostra realtà. Le ragazze rubate sono figlie e sorelle di qualcuno, hanno il fidanzato, il telefonino e sogni nel cassetto, sono curiose e ambiziose, vanno a scuola perché per i loro genitori l’istruzione è importante. Loro, che in tv o sui giornali vengono considerate solo un numero, hanno – avevano – delle vite non troppo diverse da quelle di altri adolescenti sparsi in tutto il mondo.
Siamo di fronte a un libro per ragazzi, consigliato dai 12 anni in poi, che può aiutare i giovani a capire molte delle ingiustizie che accadono oggi in tante parti della Terra. Ma alla fine è buono anche per lettori adulti, perché aiuta a rispondere a uno dei quesiti che di questi tempi si stanno facendo in molti: come si fa a spiegare il terrorismo ai ragazzi? Probabilmente, viene da dire al termine della lettura, solo con la verità.

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