Il Fatto di Bruno Fasani
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Quando la follia scientifica gioca con la vita innocente

Il 25 marzo scorso, in Nebraska, Stati Uniti, una signora di 61 anni ha messo al mondo una bella bambina che, per ragioni di comodo, chiameremo Felicità. Fin qui, a parte l’anagrafe della madre, ci sarebbe poco da dire...

Parole chiave: Il fatto (417), Bruno Fasani (325)

Il 25 marzo scorso, in Nebraska, Stati Uniti, una signora di 61 anni ha messo al mondo una bella bambina che, per ragioni di comodo, chiameremo Felicità. Fin qui, a parte l’anagrafe della madre, ci sarebbe poco da dire. In realtà... Ma cominciamo subito col mettere in campo i protagonisti, che chiameremo, ancora per comodità, con nomi nostrani. C’è Bianco che convive con Moro, suo compagno. Sono al settimo cielo e vorrebbero a tutti i costi avere un bambino. Pensa che ti ripensa, strologano di tutto pur di venirne a capo. Finché ecco l’idea geniale, come il coniglio dal cilindro. Bianco ha una mamma che si chiama Nerina, mentre Moro ha una sorella che si chiama Alba. Cosa manca per risolvere il problema? Bianco ci mette il seme, Alba ci mette l’ovulo e la nonna Nerina cova l’ovetto. Come se niente fosse Felicità oggi è tra noi, custodita tra le braccia amorevoli di Bianco e Moro, felici come delle pasque.
A noi che veniamo dal jurassico, che oggi si chiama anche buonsenso, sorge spontanea una domanda. Ma di chi è figlia questa bambina?
Per la legge del Nebraska la madre legale è colei che ha partorito. Che però è anche la nonna. La madre biologica è Alba, che però è anche zia. Il padre biologico è Bianco che, essendo nato dalla stessa madre, è anche fratello, mentre il padre adottivo, Moro, è anche zio… Un caos cosmico nel quale è difficile perfino conservare la lucidità di ragionamento. E tutto questo mentre il mondo, anche nostrano, si divide tra plaudenti ed indignati.
Sulla bilancia dei pareri nessuno che ponga l’unica domanda sensata: ma davvero a Felicità basterà il nome per essere felice, o potrebbe succedere che…? Saprà mai la storia del percorso di come è venuta al mondo? E come si sentirà? E di chi si sentirà? E se i genitori dovessero separarsi quali saranno i soggetti a scendere in campo per rivendicare il diritto di prelazione?
Il Vangelo notissimo dove si racconta dell’adultera che stava per essere lapidata ci offre qualche considerazione preziosissima. Da una parte ci sono i sostenitori della legge antica. Quella scritta sulla pietra, dura, immutabile, coercitiva. Oggi potremmo definirla come la legge dei codici, delle sentenze dei tribunali, ma anche del potere scientifico, dove è lecito fare, purché si possa fare. Aggiungerei anche il potere dell’opinione pubblica, il politicamente corretto che si veste di modernità per legittimare ogni genere di comportamento. Dall’altra c’è Gesù, che scrive sulla sabbia una legge morale, che è attenta al valore della persona, alla sua dignità. E che alla fine ci lascia con una domanda: ma è vero che tutto ciò che si può fare è anche lecito? O ci sono domande etiche che obbligano il cristiano, o forse semplicemente l’essere umano, a fare obiezione di coscienza perché si torni al rispetto della persona, alla tutela della sua dignità, contro tutte le improvvisazioni scientifiche, che obbediscono alle leggi del laboratorio dimenticando l’anima delle creature?
Sarà la storia a dirci se davvero avremo fatto di Felicità una creatura felice. Sperando che non sia troppo tardi. Per lei e per il mondo che verrà.

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