Editoriale
stampa

La salute è ancora una questione pubblica?

Rabbia. Stizza. Rassegnazione. Gli stati d’animo di pazienti e familiari al pronto soccorso degli ospedali della città, in questi giorni, erano questi.
La notizia di per sé è nota già da tempo. Si parla di una delibera del 2011 che ha recepito una legge del 2007. Solo che un controllo estivo degli ispettori della Regione certificava l’“anomalia” che nell’Azienda ospedaliera integrata di Verona solo il 17 per cento degli interventi era da codice bianco, a fronte di una media regionale del 40 per cento...

Parole chiave: Pronto Soccorso (2), Sanità (23), Editoriale (380), Renzo Beghini (62)

Rabbia. Stizza. Rassegnazione. Gli stati d’animo di pazienti e familiari al pronto soccorso degli ospedali della città, in questi giorni, erano questi.
La notizia di per sé è nota già da tempo. Si parla di una delibera del 2011 che ha recepito una legge del 2007. Solo che un controllo estivo degli ispettori della Regione certificava l’“anomalia” che nell’Azienda ospedaliera integrata di Verona solo il 17 per cento degli interventi era da codice bianco, a fronte di una media regionale del 40 per cento. Da qui il cambio di passo: l’introduzione di un software che trasforma il codice da verde a bianco eccetto che non si rientri nei dieci casi previsti dalla delibera regionale. In sintesi, ora ci sono nuovi e più rigorosi standard che stabiliscono la gravità del paziente e decidono se l’intervento è soggetto o meno a pagamento. Così la gran parte dei malati entrati al pronto soccorso con un codice verde, al momento delle dimissioni si è vista costretta a pagare il ticket perché il codice era divenuto bianco.
Rabbia. Stizza. Rassegnazione. «È un disastro, ci tassano su tutto, anche la salute»; «È mio diritto sapere in quali casi il codice verde diventa bianco, così mi regolo»; «Cosa potevamo fare? Oggi il nostro medico non c’è e non potevamo più aspettare».
Non c’è dubbio che il servizio di pronto soccorso sia spesso usato dai soliti furbetti per scavalcare le code dell’ambulatorio oppure per avere prestazioni sanitarie gratuite. L’assessore regionale ha dichiarato: «Il ticket non è una multa, ma una compartecipazione alle spese ed è un fatto di equità». Se a San Bonifacio c’è il 50 per cento di codici bianchi, mentre a Verona solo il 17 per cento, qualcosa non torna.
Ciononostante, il tema del costo economico della salute mette in luce questioni che riguardano, per un verso, la qualità del legame civile; e per l’altro, l’uguale valore che ha la salute di tutti. La domanda che molti si fanno di fronte a questi fatti è: «Mi conviene pagare le tasse per il sistema sanitario nazionale o mi conviene fare tutto in proprio?». Risposta sempre più ricorrente: «Forse potrei rinunciare al servizio sanitario nazionale e pagherei di meno».
Epperò. Tanto per cominciare, non tutti possono rispondere così.
Capita ai medici di famiglia che il paziente, una volta ricevuta la ricetta, dica di non avere i soldi per il ticket. E non stiamo parlando di chirurgia estetica ma di esami necessari per la salute.
In secondo luogo, qual è l’alternativa al Pronto soccorso? Arriva il paziente che deve fare un accertamento urgente e la struttura pubblica gli prenota l’esame tra nove mesi.
Infine, fa pensare questo riferimento agli standard per gestire il rapporto medico-paziente. Ma se la patologia di un paziente non si adatta allo standard?
E dunque per essere concreti: non è il caso di ritornare a pensare a forme aggregate di medici professionisti che lavorano insieme per la salute della comunità e di un territorio, offrendo la possibilità di trovare gli ambulatori aperti dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 20?
Tradotta poi in termini culturali, tutta la faccenda si può riassumere così: la malattia è questione pubblica o privata? Il medico è ancora una figura che si prende cura, accompagna, educa? È ancora qualcuno di cui potersi fidare e al quale poter affidare la madre o il figlio ammalato? Oppure no, e quindi è bene, per chi può, assicurarsi le cure e i medici migliori attraverso una forma privata di assicurazione sanitaria?

Tutti i diritti riservati
La salute è ancora una questione pubblica?
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.