Il Calciastorie
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Quelli che... il portiere è il ruolo più tranquillo

«Tira piano, che gli fai male!». Da bambini, quando spesso davanti a noi avevamo il cuginetto più piccolo, gli adulti ci tenevano sotto controllo: guai a calciare il pallone troppo forte...

Parole chiave: Il Calciastorie (121), Sport (139), Calcio (136), Lorenzo Galliani (56)

«Tira piano, che gli fai male!». Da bambini, quando spesso davanti a noi avevamo il cuginetto più piccolo, gli adulti ci tenevano sotto controllo: guai a calciare il pallone troppo forte. Il campo del quale parliamo questa volta, però, non è zeppo di bambini ma di campioni. C’è Bobby Moore, trascinatore dell’Inghilterra nella coppa Rimet del ’66; Paul Van Himst, ex stella dell’Anderlecht; Osvaldo Ardiles, campione del mondo nel ’78 con l’Argentina. E ancora: Co Prins, Russsell Osman, John Wark e tanti altri volti noti del calcio internazionale. Non è una sfida tra stelle, o forse sì. Perché il cast di Fuga per la vittoria è ricco di grandi calciatori, più che alle cerimonie di consegna del Pallone d’Oro. Il film – ormai un cult – narra di una partita di pallone tra una selezione tedesca e un gruppo di alleati, prigionieri di guerra. A impersonare questa seconda squadra, i veri calciatori. Questi, nel film, sono sottoposti a un grande dilemma: scappare o no attraverso un cunicolo, approfittando della sosta tra primo e secondo tempo? Ovviamente scelgono di rientrare in campo e giocarsela fino alla fine, sapendo che una vittoria – anche contro le ingiustizie, perché i nazisti giocano sporco – non sarebbe gradita a chi comanda nel campo di concentramento. Il film – nonostante il successo – non sarà forse un capolavoro, ma pone una questione non banale (di vita e di morte) e ci costringe a metterci nei panni dei protagonisti. Meno serio è invece quello che accade, tra una ripresa e l’altra, tra le due stelle del film: il 35enne Sylvester Stallone e Pelè. Chi, al posto dell’attore americano, non avrebbe fatto due palleggi assieme al più forte calciatore di tutti i tempi? Stallone non si ferma qui: visto che nel film lui è il portiere, si mette tra i pali. «Tira piano, Pelè, che gli fai male», verrebbe da urlare, ma nessuno lo fa, e comunque dall’altra parte non c’è un bambino, ma Rambo. O’ Rey prende la rincorsa e tira. Non sappiamo da che posizione, a che altezza, se di collo pieno o a rientrare sul secondo palo. L’unica certezza che abbiamo – perché raccontato dallo stesso portiere – è che Stallone, nel tentativo di parare, si rompe un dito. Nel girare le altre scene, poi, si sloga la spalla, si rompe due costole e prende qualche botta di troppo alle gambe. Insomma, andatelo a dire a un altro che il portiere è il ruolo più tranquillo. O, nel caso, chiedetelo a Stallone.

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