Il Calciastorie
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Quando è a proprio favore l’ingiustizia diventa... giusta

Quando il calcio fa a pugni con la geografia, l’Australia cambia continente. La patria dei canguri dal 2006 ha abbandonato la Coppa delle Nazioni oceaniane, lasciando alla Nuova Zelanda il campo aperto – salvo incredibili tonfi – per una vittoria contro le non temibili Papua Nuova Guinea, Isole Figi e Nuova Caledonia...

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Quando il calcio fa a pugni con la geografia, l’Australia cambia continente. La patria dei canguri dal 2006 ha abbandonato la Coppa delle Nazioni oceaniane, lasciando alla Nuova Zelanda il campo aperto – salvo incredibili tonfi – per una vittoria contro le non temibili Papua Nuova Guinea, Isole Figi e Nuova Caledonia. L’Australia, invece, si è messa a giocare in Coppa d’Asia. Il livello – anche se dirlo dalla sedia di casa resta semplice – è ancora bassino, come testimonia il recente match del girone A contro la Siria.
Due difese che si aprono con un grissino, forse più facilmente rispetto al celebre tonno dalle pinne gialle. Ogni pallone buttato in avanti viene respinto malamente, o diventa un assist involontario per gli attaccanti avversari o ancora – come accade a un difensore australiano – viene fatto rimbalzare accidentalmente sul proprio braccio. L’arbitro non fischia e i siriani si arrabbiano, eccome se si arrabbiano. Ma il rigore arriva lo stesso, al 79’. Dalla tre quarti, sul settore di destra, parte un lungo cross a scavalcare la difesa.
Omar Al Soma, che da anni gioca e segna a raffica nel massimo campionato dell’Arabia Saudita, guarda verso il pallone e viene sgambettato. Cade a terra, ma quando si rialza prende il pallone e lo mette sul dischetto dagli undici metri: l’arbitro ha infatti fischiato il contatto. Tiro e rete: 2-2. Una festa rovinata all’ultimo minuto da Tom Rogic, che dalla distanza regala la vittoria ai gialli. Anche il rigore era stato un bel dono. Dell’arbitro, beninteso: Al Soma era infatti stato sgambettato, ma da un suo compagno di Nazionale, Mohamad Tamer Haj. Ottenuto un assurdo rigore a favore, non ha fatto una piega.
È vero: da quando siamo nati, riceviamo ingiustizie. A scuola, a casa, sul luogo di lavoro. Tante volte, però, le ingiustizie sono a nostro favore: un voto regalato, una nostra scortesia dimenticata, un errore che avrebbe potuto (anzi, dovuto) costarci caro. E invece nulla. Così è la vita. Solo che per i primi conserviamo interi armadi della memoria, per i secondi ci resta a malapena il cassetto più piccolo. E, a volte, resta anche mezzo vuoto.

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