Il Calciastorie
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Le magie non riescono solo ai fuoriclasse

Totti era il Pupone. Daniele, invece, era (ed è) Paponi. Un cognome simpatico per un giocatore arrivato presto nel calcio che conta, eppure mai troppo preso sul serio...

Parole chiave: Il Calciastorie (121), Lorenzo Galliani (56), Sport (139), Calcio (135)

Totti era il Pupone. Daniele, invece, era (ed è) Paponi. Un cognome simpatico per un giocatore arrivato presto nel calcio che conta, eppure mai troppo preso sul serio. I due mesi magici li vive nell’autunno del 2006. Il 18enne Paponi, in forza al Parma, viene schierato titolare da mister Pioli nella sfida contro il Rubin Kazan: in palio c’è la qualificazione alla fase a gironi della Coppa Uefa. Al 3’ della ripresa Paolo Castellini, dalla fascia sinistra, crossa in mezzo: il ragazzino dai capelli lunghi si fa trovare pronto e insacca di testa indirizzando la palla in modo preciso. Al netto della dormita della difesa... russa (per l’appunto), un gol meno facile di quanto possa sembrare.
Il 20 dicembre segna in Serie A e lo fa nella sfida salvezza contro il Messina. Ancora una volta c’è di mezzo Castellini, che recupera palla e fa partire un siluro. Il portiere dei siciliani, Marco Storari, respinge come riesce, per sua sfortuna proprio verso Paponi. Marcato stretto e sbilanciato in avanti, il giovane attaccante segna con un colpo dello scorpione, una sorta di rovesciata di tacco in avanti.
Una mossa inventata un paio di decenni prima dal portiere colombiano René Higuita, per offrire spettacolo quando arrivavano dalle sue parti tiretti semplici e prevedibili. La luce di Paponi, però, non brilla come quella dei grandi fuoriclasse. Farà una carriera di tutto rispetto, conquistando non titoli, ma la simpatia delle varie tifoserie (che a più riprese lo chiameranno “Paponey”, per fare il verso a Rooney del Manchester United). Avrà alti e bassi; tra questi ultimi, due settimane di prova in una squadra belga che lo rimanderà in Italia. Ma quel gol in Serie A – ne segnerà in tutto tre nella sua carriera – resta un gioiello. E a chi piacciono le storie alla “Paponey” dispiace che Wikipedia lo definisca un gol “fortuito”. Perché, nel calcio e un po’ anche nella vita, i campioni che svirgolano possono dire di averlo fatto apposta, e vengono creduti. I Paponi qualsiasi, invece, quando – oltre alla fatica e alla corsa – tirano dal loro piccolo cilindro una magia, vengono subito sminuiti. Come se fosse una colpa essere, anche per un giorno solo, belli come Ronaldo.

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