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Quale (vera) giustizia

“La giustizia è armonia, la vendetta serve solo a farti sentire meglio. Per questo abbiamo un sistema imparziale”. Sono le parole che Rachel Dawes dice all’amico Bruce Wayne e che rappresentano una svolta fondamentale nel film Batman begins (2005) e nell’intera vicenda dell’uomo pipistrello...

Parole chiave: Editoriale (393), Luca Passarini (86)

“La giustizia è armonia, la vendetta serve solo a farti sentire meglio. Per questo abbiamo un sistema imparziale”. Sono le parole che Rachel Dawes dice all’amico Bruce Wayne e che rappresentano una svolta fondamentale nel film Batman begins (2005) e nell’intera vicenda dell’uomo pipistrello. Dopo aver assistito da bambino all’uccisione dei genitori, l’erede dell’impero miliardario sogna per anni una vendetta e sembra trovare la via della giustizia nella logica della Setta delle Ombre; si tratta di una sorta di lega di guerrieri nata allo scopo di eliminare ciò che c’è di marcio nel mondo e nella società, considerata troppo indulgente versi i criminali. L’amica d’infanzia, diventata assistente procuratore distrettuale di Gotham, lo mette in guardia e lo apre a una nuova prospettiva. Non solo in quella città e in quel tempo immaginario si vanno a scontrare idee diverse di giustizia.
Il vescovo Domenico Pompili, nella veglia di preghiera per la pace dello scorso 3 maggio (di cui parleremo a pag. 23), ha provocato chiedendo quale giustizia abbiamo in mente che possa davvero baciare la pace, secondo il tema della visita del Pontefice il prossimo 18 maggio. Se non è quella autentica, non può esserci vera unione né tantomeno fecondità per una vita e una via rinnovata.
Già il patrono san Zeno, che papa Francesco onorerà nella sua prima tappa veronese, ebbe 1650 anni fa a confrontarsi con tante idee affermando che molti disputano su di essa, con discorsi eloquenti e imbellettati, ma che non hanno vero peso. Denunciò in particolare coloro che fanno passare per giustizia la loro ricerca di interessi immediati e di parte; chi “diffamando la giustizia col nome di stoltezza e chiamando l’ingiustizia con quello di sapienza” porta solo all’esito di moltiplicare il numero delle liti; la logica della forza che “pone tutto il diritto nella violenza” (cfr. Discorsi II, 1).
Il Pastore seppe indicare ai veronesi, con le parole e le opere, una vera giustizia, quella del Dio di Gesù Cristo che “è fonte e madre di tutte le virtù”: sua caratteristica è quella di guardare, al contrario dell’altra, al bene di tutti, per cui è disposta a trascurare le proprie necessità, pur di offrire misericordia ai più poveri e miseri.

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