Editoriale
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Benvenuto Avvento

Provo a cercare in internet digitando la parola “avvento”: il motore di ricerca restituisce anche un lungo elenco di calendari. Ce ne sono di diverse tipologie, ma tutti hanno il medesimo scopo: scandire il tempo, ricordarci gli eventi più importanti e aiutarci a non dimenticare le scadenze...

Parole chiave: Editoriale (402), Stefano Origano (141), Avvento (11)

Provo a cercare in internet digitando la parola “avvento”: il motore di ricerca restituisce anche un lungo elenco di calendari. Ce ne sono di diverse tipologie, ma tutti hanno il medesimo scopo: scandire il tempo, ricordarci gli eventi più importanti e aiutarci a non dimenticare le scadenze. Per questi motivi in casa ce n’è sempre uno appeso alla parete della cucina dove si appunta un po’ di tutto: dalle cose più banali a ciò che ci sta più a cuore per non prenderci altri impegni. Quest’anno purtroppo questi calendari hanno molte caselle in bianco: vacanze di Natale in luoghi di villeggiatura non si possono fare, cenoni e feste con amici altrettanto, appuntamenti familiari rimandati... Rimangono soltanto pagamenti da effettuare e rate da versare. Un calendario svuotato di aspettative: potremmo dire senza Avvento, senza cioè la gioia dell’attesa di qualcosa di straordinario che si avvicina.
Ha toccato il cuore di tutti il messaggio di quella bambina che chiedeva al presidente del Consiglio una deroga per Babbo Natale, santa Lucia e la Befana al Dpcm che impedisce spostamenti nelle Regioni più a rischio di contagio. Ci ricorda che tutti, grandi e piccini, non possiamo vivere senza Avvento.
La prima domenica del nuovo anno liturgico ci richiama a tenere accesa questa domanda; se ci lasciamo andare, subiremo il tempo che ci aspetta come un destino ineluttabile che schiaccia i desideri e spegne i sogni. Se avremo il coraggio di essere vigilanti, non mancherà il dono della gioia.
Sarà buona cosa organizzare con cura il nostro calendario interiore, quello che non necessita di fogli di carta con i numeri dei giorni perché è scritto nel cuore: se non trascureremo di pregare, amare e servire, sarà comunque un Avvento proficuo indipendentemente dai disagi che stiamo affrontando. Pregare significa coltivare l’incontro quotidiano con il Signore che si fa sempre più vicino per offrirci quel di più che con le nostre mani non riusciamo a realizzare. In senso più laico è gettare lo sguardo oltre. Amare significa dedicare tempo e passione alle relazioni familiari e con gli amici; è il sale che dà sapore alla vita, la giusta tensione che ci fa rimanere giovani. Infine servire: rompere l’isolamento cui siamo sottoposti facendo del bene, cioè spargendo semi di speranza.

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