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In cammino nel tempo di Avvento accompagnati da san Giuseppe

di DON CARLO DALLA VERDE

Simbolo dell'ascolto e della capacità di dare la vita, è la figura che accompagnerà il tempo del Natale nella nostra diocesi 

Parole chiave: San Giuseppe (5), Avvento (11), Pastorale (30), Chiesa (181), Natale (46)
In cammino nel tempo di Avvento accompagnati da san Giuseppe

di DON CARLO DALLA VERDE

«Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena». Con questa espressione del Vangelo di Giovanni (15,11) l’orizzonte pastorale, in questo anno, ci invita a compiere un terzo passo: gioire. Non ci si vuole soffermare alla gioia derivata dall’appagamento di un desiderio, ma scoprire quella che è frutto dello Spirito e si realizza nel dono di sé.
L’invito a “portare frutto”, presente nel vangelo di Giovanni, riporta alla consapevolezza di tutti che solo tramite la pigiatura dell’uva si può ottenere il vino, frutto della vite e segno biblico della gioia. Allo stesso modo solo nel dono di sé nell’amore si realizza la capacità generativa di ogni uomo e di ogni donna sulla terra. “Il cristiano può portare frutto nel dono totale di sé, nella sua capacità, resa possibile dallo Spirito Santo, di prendersi cura di qualcuno, di saper morire per qualcuno. Matrimonio e verginità sono vocazioni alla paternità e alla maternità, che sono il frutto maturo della chiamata ad amare che Dio rivolge ad ogni suo figlio e figlia” (cfr. Orizzonte pastorale diocesano 2019-2022).
In quest’ottica, trovandoci all’interno dello speciale anno a lui dedicato (8 dicembre 2020 – 8 dicembre 2021) e stimolati dalla lettera apostolica Patris corde, si è vista l’opportunità di guardare a san Giuseppe come figura che possa accompagnare il cammino di Avvento della nostra diocesi. Nella Messa vespertina della vigilia di Natale viene messo in luce il suo operato a favore del mistero dell’incarnazione proprio attraverso l’espressione evangelica: “Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù” (Mt 1,24-25).
In queste parole troviamo due atteggiamenti fondamentali propri di san Giuseppe che possono essere di riferimento per i credenti nel tempo di Avvento: l’ascolto e la capacità di dare la vita. Partendo da quest’ultima bisogna riconoscere come Giuseppe, assumendosi la responsabilità per Maria e per il bambino che porta nel grembo, vive la forma matura dell’amore che è la paternità. Genera Gesù non biologicamente, ma nella sua identità (gli affida il nome) compiendo un vero atto di custodia. Attraverso il nome infatti custodisce la verità di quel bambino che è il salvatore dell’umanità: «Lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Non diventa generativo legandosi ad un’appartenenza “genetica”, ma genera vita e futuro attraverso il suo quotidiano spendersi per Gesù e per la sua sposa.
Questo amore paterno di Giuseppe fa sì che Gesù nei Vangeli sia da tutti riconosciuto come suo figlio. Una seconda caratteristica di san Giuseppe è proprio quella dell’ascolto. Si è messo in ascolto di quanto Dio gli ha rivelato attraverso i sogni, che presso i popoli antichi erano uno dei mezzi con cui la divinità si mostrava all’uomo. Proprio la sua capacità di sintonizzare il cuore su quanto Dio gli stava dicendo gli permette di sperimentare la beatitudine che nasce dall’ascolto (Lc 11,28) e di cooperare al mistero della salvezza. In obbedienza al Signore ha saputo discernere i segni dei tempi e prendere anche scelte impegnative come fuggire nella notte per spostarsi in Egitto lasciando la sua terra e il suo popolo. Questa capacità di ascolto è quella che siamo chiamati a maturare anche noi oggi all’inizio del percorso sinodale che interessa la Chiesa italiana e mondiale per essere, come Giuseppe, capaci di coraggio creativo (Cfr. Patris corde, n. 5).
Dentro l’espressione “Giuseppe prese con sé la sua sposa” si può riconoscere un’ulteriore sfumatura di significato. Non bisogna dimenticare che in questo tempo liturgico il popolo di Dio viene orientato alla venuta del Salvatore non solo nella sua portata storica, ma anche in quella escatologica. Giuseppe che si prende cura della sua sposa diventa segno per noi della cura che esprime Dio per la Chiesa chiamata ad essere la sposa dell’Agnello nel cammino verso la Gerusalemme celeste. Nell’Avvento non solo siamo chiamati a ripercorrere la venuta nella carne del Signore Gesù, ma anche a contemplare la Gerusalemme celeste.
L’Avvento, dunque, è molto di più che la semplice preparazione al Natale: nella misura in cui celebra l’inizio e la fine della storia della salvezza, esso è figura ed esperienza della fede che invita a tenere insieme il “già” e il “non ancora” nell’atteggiamento dell’attesa. Facciamo nostre in questo tempo le parole di speranza del profeta Baruc che ascolteremo nella seconda domenica di Avvento: “Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell’afflizione, rivestiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre”. Nella Chiesa dimorerà il Verbo fatto carne, e così ad essa sono rivolte le parole: “Sorgi, o Gerusalemme, sta’ in piedi sull’altura e guarda verso oriente; vedi i tuoi figli riuniti, dal tramonto del sole fino al suo sorgere, alla parola del santo, esultanti per il ricordo di Dio” (Direttorio omiletico n. 91). 

* Direttore Ufficio per la pastorale liturgica e la musica sacra

(Foto: Guido Reni, San Giuseppe col Bambino (1635), Museo Ermitage, San Pietroburgo)

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AGENDA DEGLI APPUNTAMENTI

La Diocesi di Verona mette a disposizione delle parrocchie il sussidio per la preghiera quotidiana curato da Caritas Verona e il pannello con l’immagine annuale (San Giuseppe col Bambino di Guido Reni) da esporre nelle chiese. I fedeli possono richiedere il libretto per la preghiera direttamente ai propri sacerdoti, mentre le parrocchie possono rifornirsi di tutti i materiali contattando la sezione Pastorale della Curia diocesana.
Diverse sono poi le proposte messe in campo da centri e uffici di pastorale. Il Centro di pastorale ragazzi, ad esempio, proporrà “Un viaggio da re”, un percorso di avvicinamento al Natale sulla piattaforma Padlet pensato per i preadolescenti, con differenti contenuti multimediali. Inoltre sabato 27 novembre è prevista la “Serata di inizio Avvento” con un doppio appuntamento per genitori e per ragazzi di terza media.
Il Centro pastorale adolescenti e giovani si farà presente ogni giorno accompagnando i giovani e gli adolescenti alla luce della Parola: sul canale Telegram “Cpag Verona” verrà pubblicato quotidianamente un commento al Vangelo. Inoltre al Cpag sarà organizzata una veglia di preghiera sabato 18 dicembre. Il Centro pastorale familiare propone per l’ultimo dell’anno un weekend per le famiglie che vogliono vivere un’esperienza di vita comunitaria. Sarà all’istituto Fortunata Gresner di Ferrara di Monte Baldo. Sono previsti momenti di catechesi, preghiera, laboratori e condivisione.
L’Ufficio catechistico mette a disposizione alcuni materiali per la catechesi di bambini dai 6 ai 10 anni: a partire dai vangeli del Natale, vengono presentati alcuni personaggi del presepe, che poi i bambini stessi dovranno disegnare e mettere nel loro presepe. Materiali appositi sono stati realizzati per la catechesi di bambini e ragazzi con disabilità e per loro ci sarà anche un momento di fraternità e di preghiera in dicembre. Infine l’ufficio si rende disponibile per organizzare ritiri spirituali nelle parrocchie o nelle unità pastorali, sia per le famiglie (genitori con figli dai 6 ai 10 anni), sia per i catechisti, sia per i soli bambini.
L’Ufficio liturgico ha pubblicato sul sito della diocesi le indicazioni liturgiche e le linee utili ai sacerdoti per la predicazione, oltre agli spartiti con la salmodia per le domeniche di Avvento e il Natale. Infine, Casa San Fidenzio propone due giornate di spiritualità aperte a tutti, l’8 e il 15 dicembre, e una riservata a ministri straordinari della Comunione e accoliti, sabato 18 dicembre.

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