Condiscepoli di Agostino
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Uno solo è Dio ma è Trinità

Nel trattato sulla Trinità di Agostino non poteva mancare questo aforisma, che fa da sintesi: Dio è uno e trino. Uno nella essenza. Trino nelle Persone. Come a dire che l’Assoluto di Essere, nel suo Essere unico, appartiene a ciascuna delle tre Persone divine...

Uno solo è Dio ma è Trinità

Nel trattato sulla Trinità di Agostino non poteva mancare questo aforisma, che fa da sintesi: Dio è uno e trino. Uno nella essenza. Trino nelle Persone. Come a dire che l’Assoluto di Essere, nel suo Essere unico, appartiene a ciascuna delle tre Persone divine. In buona sostanza è questa l’essenza del cristianesimo, unitamente al mistero dell’Incarnazione e al mistero pasquale. Su questa visione di Dio, uno e trino, si è creato il fronte di distinzione con l’ebraismo e con l’islamismo, i quali, nel credere in Dio lo ritengono unico nella sua essenza e nella sua Persona. La fede della Chiesa, espressa nel simbolo apostolico, non esita a riconoscere in Dio uno un volto identitario tripersonale, dovuto alla specificità di ogni Persona. Cosa, del resto, che consente di riconoscere in Dio una relazione di amore. Per sua natura Dio è pienezza di Amore, proprio nel suo essere relazione tra le tre Persone: relazione di Amore assoluto tra il Padre e il Figlio, nell’abbraccio dello Spirito Santo, da Agostino definito anche come “la soavità di Colui che genera (il Padre) e di Colui che è generato (il Figlio)” (De Trinitate 6, 10.11). Come approfondirà nella seconda sezione del trattato sulla Trinità, Agostino riconosce le tracce della Trinità anche nella creazione: “È nella Trinità che si trova la somma origine di tutte le cose, la perfettissima bellezza e il beatissimo godimento” (De Tr. 6, 10.12). Ecco la traccia della Trinità nella creazione: la sua origine evoca il Padre; la sua bellezza evoca il Figlio; il godimento evoca lo Spirito. Agostino avverte la difficoltà di mettere insieme uno e trino. Il motivo? Nelle realtà materiali, oggetto della nostra esperienza, ciò non è possibile: “Quaggiù, nelle cose corporee una cosa sola non è uguale a tre cose messe insieme e due cose sono più di una sola, mentre in quella somma Trinità tanto grande è una quanto tre simultaneamente e due non sono maggiori di una. Inoltre sono in se stesse infinite. Così ciascuna di esse è in ciascuna delle altre, tutte sono in ciascuna, ciascuna in tutte, tutte in tutte e tutte sono una cosa sola” (Ivi). Non sono giochi di parole enigmatiche. Il genio di Agostino ha espresso in forma impeccabile il mistero di Dio, che “è un solo Dio, ma Trinità” (“unus est Deus, sed tamen Trinitas”: Ivi). A ben pensarci, al credente non rimane altro che lo stupore di fronte a tale mistero, il solo capace di sciogliere tutti i nodi degli altri misteri che travagliano l’esistenza umana. Un mistero da contemplare estasiati e da adorare. È il mistero da cui abbiamo origine; nel quale siamo; nel quale saremo.

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