Condiscepoli di Agostino
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Spiritualità coniugale e familiare

Il capitolo nove dell’Amoris Laetitia porta a compimento l’intero quadro dell’Esortazione postsinodale. Dopo aver messo in campo il progetto originario di Dio sulla famiglia, le sfide culturali che contraddicono il vangelo della famiglia, il sacramento del matrimonio cristiano, l’impianto pedagogico che consente alla famiglia di essere risposta storica alle attese di Dio in una realizzazione anche umana di alto profilo, il senso profondo e problematico del discernimento nei confronti dei casi di ferita grave, papa Francesco offre alcuni suggerimenti per una riuscita significativa della vocazione sponsale e matrimoniale, o, per usare i suoi termini, la “spiritualità coniugale e familiare”.

Parole chiave: Amoris Laetitia (21), mons. Giuseppe Zenti (331), Spiritualità (9)

Il capitolo nove dell’Amoris Laetitia porta a compimento l’intero quadro dell’Esortazione postsinodale. Dopo aver messo in campo il progetto originario di Dio sulla famiglia, le sfide culturali che contraddicono il vangelo della famiglia, il sacramento del matrimonio cristiano, l’impianto pedagogico che consente alla famiglia di essere risposta storica alle attese di Dio in una realizzazione anche umana di alto profilo, il senso profondo e problematico del discernimento nei confronti dei casi di ferita grave, papa Francesco offre alcuni suggerimenti per una riuscita significativa della vocazione sponsale e matrimoniale, o, per usare i suoi termini, la “spiritualità coniugale e familiare”.
Interessante il punto di partenza: il Concilio Vaticano II che, “a proposito dell’apostolato dei laici, metteva in risalto la spiritualità che scaturisce dalla vita familiare” (AL 313). E continua affermando che nulla degli eventi, lieti e sofferti, è estraneo allo stile della spiritualità familiare (Cf ivi). A questo punto, papa Francesco descrive alcune caratteristiche fondamentali di tale spiritualità. A cominciare dalla spiritualità della comunione soprannaturale. Siamo già a vette della teologia della realtà matrimoniale, senza scadere nelle utopie, quando viene affermato: “La Trinità è presente nel tempio della comunione matrimoniale […] vive intimamente nell’amore coniugale che le dà gloria” (AL 314). Prosegue sulla linea della presenza, in abitazione, di Dio, nella sua concretezza: “La presenza del Signore abita nella famiglia reale e concreta, con tutte le sue sofferenze, lotte, gioie e i suoi propositi quotidiani. Quando si vive in famiglie, lì è difficile fingere e mentire, non possiamo mostrare una maschera […]. In definitiva, la spiritualità matrimoniale è una spiritualità del vincolo abitato dall’amore divino” (AL 315).
L’Amoris Laetitia non teme di usare parole desuete, ma cariche di senso spirituale, come “santificazione, mistica, unione intima”: “Una comunione familiare vissuta bene è un vero cammino di santificazione nella vita ordinaria e di crescita mistica, un mezzo per l’unione intima con Dio” (AL 316). Dopo aver attinto ad un pensiero di papa Benedetto, che cioè il chiudere gli occhi di fronte al prossimo rende ciechi anche di fonte a Dio, papa Francesco incalza affermando che “la persona umana ha una nativa e strutturale dimensione sociale e la prima originaria espressione della dimensione sociale della persona è la coppia e la famiglia” (Cf ivi).
La seconda segnalazione che dà corpo alla spiritualità di comunione famigliare è dato dall’unione mistica con Cristo, sia con Lui Crocifisso, quando si sperimentano dolori e problemi, sia con Lui Risorto, quando la famiglia sperimenta la gioia, il riposo, la festa e anche la sessualità. Sotto questo profilo la famiglia viene definita “spazio teologale” (Cf AL 317).
Una terza risorsa di spiritualità è data dalla preghiera, che tende al suo culmine nell’Eucaristia domenicale e festiva. Riportiamo un testo significativo, pur nelle sue indicazioni cariche di semplicità: “La preghiera in famiglia è un mezzo privilegiato per esprimere e rafforzare questa fede pasquale (di partecipazione al mistero della croce e della risurrezione). Si possono trovare alcuni minuti ogni giorno per stare uniti davanti al Signore vivo, dirgli le cose che preoccupano, pregare per i bisogni famigliari, pregare per qualcuno che sta passando un momento difficile […] chiedere alla Vergine di proteggerci […]. Le diverse espressioni della pietà popolare sono un tesoro di spiritualità per molte famiglie” (AL 318). Certo, precisa il Papa, la preghiera trova il suo “culmine nella partecipazione comune all’Eucaristia, soprattutto nel contesto del riposo domenicale. Gesù bussa alla porta delle famiglia per condividere con essa la Cena eucaristica. Là gli sposi possono sempre sigillare l’alleanza pasquale che li ha uniti e che riflette l’Alleanza che Dio ha sigillato con l’umanità sulla croce” (ivi). Di qui l’affondo nella affermazione che esistono “legami profondi tra la vita coniugale e l’Eucaristia” (Cf ivi).

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