Condiscepoli di Agostino
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La spiritualità del “per sempre, in esclusiva” in Dio

Anche dal paragrafo 319 fino alla fine dell’Esortazione postsinodale Amoris Laetitia, papa Francesco offre riflessioni e suggerimenti di eccellenza per una positiva riuscita della vita di famiglia. Ricorda anzitutto che il senso di appartenenza sponsale in esclusiva esprime l’identità di un amore autentico, perché di fatto “colui che non si decide ad amare per sempre, è difficile che possa amare sinceramente un solo giorno […].

Parole chiave: Amoris Laetitia (21), mons. Giuseppe Zenti (309), Vescovo di Verona (244), Famiglia (54)

Anche dal paragrafo 319 fino alla fine dell’Esortazione postsinodale Amoris Laetitia, papa Francesco offre riflessioni e suggerimenti di eccellenza per una positiva riuscita della vita di famiglia. Ricorda anzitutto che il senso di appartenenza sponsale in esclusiva esprime l’identità di un amore autentico, perché di fatto “colui che non si decide ad amare per sempre, è difficile che possa amare sinceramente un solo giorno […]. È una appartenenza del cuore […]. Ogni mattina quando ci si alza, si rinnova davanti a Dio questa decisione di fedeltà” (AL 319). Tale appartenenza non giustifica sentimenti da proprietà privata. Non si deve dimenticare che il vero proprietario è solo Dio: “Nessuno può pretendere di possedere l’intimità più personale e segreta della persona amata e solo Lui può occupare il centro della sua vita” (AL 320). Di conseguenza non è realistico attendersi tutto dal proprio coniuge e averlo radicalmente in proprio (cf ivi).
Un altro aspetto della spiritualità coniugale e familiare merita di essere rilevato: “I coniugi cristiani sono cooperatori della grazia e testimoni della fede l’uno per l’altro, nei confronti dei figli e di tutti gli altri familiari […]. La vita di coppia è una partecipazione alla feconda opera di Dio” (AL 321). Le parole che si scambiano e i gesti di reciproco amore sono “riflessi dell’amore divino che conforta con la parola, lo sguardo, l’aiuto, la carezza, l’abraccio […]. Voler formare una famiglia è avere il coraggio di far parte del sogno di Dio, il coraggio di sognare con Lui, il coraggio di costruire con Lui, il coraggio di giocarci con Lui questa storia” (ivi). Il Papa precisa che il vivere in tal modo l’amore sponsale e familiare è un culto a Dio (cf AL 322), alludendo al senso dell’offerta sacrificale che il battezzato unisce a quella di Cristo nella celebrazione dell’Eucaristia. Altra interessante osservazione: “È una profonda esperienza spirituale contemplare ogni persona cara con gli occhi di Dio e riconoscere Cristo in lei” (AL 323), ciò che equivale ad entusiasmo, che fa apprezzare la vera dignità della persona amata, riservandole tutta l’attenzione possibile: “Così fiorisce la tenerezza, in grado di suscitare nell’altro la gioia di sentirsi amato” (ivi). Una tal famiglia non si chiude egoisticamente in sé, ma si apre all’accoglienza ospitale dei bisognosi, dei poveri, degli abbandonati (cf AL 324).
E siamo alla conclusione: “Nessuna famiglia è una realtà perfetta e confezionata una volta per sempre, ma richiede un graduale sviluppo della propria capacità di amare. C’è una chiamata costante che proviene dalla comunione piena della Trinità, dall’unione stupenda tra Cristo e la sua Chiesa, da quella bella comunità che è la famiglia di Nazareth e dalla fraternità senza macchia che esiste tra i santi del cielo” (AL 325). Tuttavia la pienezza non è di questo mondo. Ogni cammino, in quanto storico, va relativizzato. La perfezione, la purezza di intenzioni e la coerenza a tutta prova sono del mondo dei risorti in Cristo, nel Regno definitivo. In questo contesto, ancora una volta un richiamo a non “giudicare con durezza coloro che vivono in condizioni di grande fragilità” (ivi). Il Papa ci sprona a tenere alta la tensione escatologica verso la pienezza ed esorta le famiglie a continuare a camminare: “Quello che ci viene promesso è sempre di più […]. Non rinunciamo a cercare la pienezza di amore e di comunione che ci è stata promessa” (ivi). Molto opportunamente segue la preghiera alla Santa Famiglia di Nazareth.
Non ci resta che rendere grazie a Dio per questo scrigno dei valori contenuti nella famiglia secondo il progetto di Dio, a noi trasmesso, con parresia e ampiezza di orizzonti, dal Pietro di oggi, papa Francesco.

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