Condiscepoli di Agostino
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Rimase la miseria, la peccatrice, la Misericordia

Questo Salmo (il Salmo 50) ci mostra che non si deve disperare. Molti cadono in peccato con Davide, ma non vogliono risorgere con Davide...

Parole chiave: Salmo 50 (1), Sant'Agostino (175)

Questo Salmo (il Salmo 50) ci mostra che non si deve disperare. Molti cadono in peccato con Davide, ma non vogliono risorgere con Davide. Davide non è stato proposto come esempio del cadere, ma del risorgere. Da lontano, infatti, Davide ha visto quella donna nella quale si è lasciato sedurre. La donna era lontana, la libidine vicina. Altrove era ciò che poteva vedere, in lui stava ciò per cui cadere. Il peccato è dentro di te, quando te ne lasci dilettare; se acconsenti, regna. Il piacere carnale deve essere frenato, non lasciato libero. Dev’essere domato con il comando, non collocato in posto di comando. Con tale esempio ammonisce che nessuno deve insuperbirsi nelle prosperità. Molti, infatti, temono le avversità e non temono le situazioni di prosperità. Per l’animo umano è più pericolosa la prosperità, che per il corpo le avversità. Se però qualcuno ha peccato, non disperi della maestà del medico. Il peccato con la disperazione porta a morte certa. Nessuno pertanto dica: Se ho già fatto qualche cosa di male, sono già da condannare. Dio non perdona tali peccati; perché allora non aggiungere peccati a peccati? Fruirò di questo mondo, nella voluttà, nella lascivia, nella bramosia nefanda; perduta la speranza di poter riparare, che io possa avere almeno ciò che vedo, se non posso avere ciò che credo.

Questo Salmo dunque, come rende cauti coloro che non sono caduti, così non vuole disperati coloro che sono caduti. Se il peccato non ti è stato possibile precludere, non ti sia preclusa la speranza del perdono. Osserva l’umiltà del re Davide. Chi supplica una grande misericordia, confessa una grande miseria. Implora la misericordia, ma aspettati la giustizia; la misericordia consiste nel perdonare al peccatore; la giustizia nel punire il peccato. Il profeta Natan, mandato ad hoc, tolse il peccato dal dorso e lo pose davanti agli occhi. Questo ha fatto il Signore ai Giudei, quando gli portarono una donna adultera… rimase la ferita (la donna peccatrice) e il medico (Gesù); rimase la grande miseria e la grande misericordia. Mosè è ministro della legge, Cristo il promulgatore della legge; Mosè lapida come giudice; Cristo è indulgente come re. Ha avuto pietà il suo Dio secondo la sua grande misericordia, come costui prega, come costui chiede, come costui supplica e se ne duole: ‘Contro te solo ho peccato’. Sappiamo che con il Battesimo sono sciolti i peccati e il Battesimo di Cristo vale per la remissione dei peccati. Che cosa lava il Battesimo? Che cosa lava quella grazia? Viene sciolta la propagazione del peccato. Abbarbica, dunque, la radice dell’amore nella tua pietra: sii umile nell’umile tuo Dio per essere eccelso nel tuo Dio glorificato. Lasciati aspergere con l’issopo, l’umiltà di Cristo ti monderà. Dicono che l’issopo è adatto a purificare i polmoni. Nel polmone si è soliti notare che ci sia la superbia: infatti, vi è un gonfiamento… Sono più felici coloro che ascoltano rispetto a coloro che parlano. Un grande tremore è nel docente, fratelli miei, grande tremore è il nostro in queste nostre voci. Siamo, infatti, sotto un Maestro, di cui cerchiamo la gloria; noi lodiamo quello come docente. …Certamente hai in te di che offrire; hai in te un sacrificio: ‘Sacrificio a Dio è uno spirito contrito’. Sai che eccelso è Dio; se farai eccelso te, ti allontanerai da Lui; se ti umilierai, Egli si avvicinerà a te… Governate le vostre case, i vostri figli, le vostre famiglie. Come è nostra pertinenza parlare a voi in chiesa, così è vostra pertinenza operare nelle vostre case per rendere buona ragione di coloro che sono a voi sottomessi”.

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Rimase la miseria, la peccatrice, la Misericordia
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