Condiscepoli di Agostino
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Ogni cristiano è sacerdote

L’ultimo libro della Città di Dio Agostino lo riserva alla vita dei salvati, oltre la morte, nel mondo dei risorti. Vi dedica particolare attenzione alla risurrezione del corpo...

Parole chiave: Condiscepoli di Agostino (100), Aforismi (46), Mons. Giuseppe Zenti (310), Vescovo Emerito (27)

L’ultimo libro della Città di Dio Agostino lo riserva alla vita dei salvati, oltre la morte, nel mondo dei risorti. Vi dedica particolare attenzione alla risurrezione del corpo. E non esita a configurarlo sul paradigma di Cristo risorto: “I corpi dei morti non risorgono né prima né dopo il bell’aspetto giovanile, ma in quell’età e in quel vigore in cui sappiamo che Cristo è giunto in questa vita” (De civitate Dei 22,15). Dunque, il modello di riferimento è Cristo risorto nella sua umanità. Eco di quanto l’apostolo Paolo aveva precisato nella lettera ai Filippesi: “La nostra cittadinanza è nei cieli e di là aspettiamo come Salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo, per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose” (Fil 3,20-21). Ognuno avrà il proprio corpo nella sua compiutezza (Cfr. De civitate Dei 22,14), cioè al meglio delle sue potenzialità immesse nell’atto generativo creativo. Non sarà deforme e incompiuto. Non sarà né grasso né magro: “Magri e grassi non devono temere di essere nell’eternità quali nel tempo, se ne avessero il potere, non avrebbero voluto essere. Completa bellezza del corpo, infatti, è la proporzione delle parti congiunta ad una certa soavità del colore. Non vi sarà l’irregolarità prodotta dalla sproporzione delle parti in uno stato in cui i difetti saranno emendati” (De civitate Dei 22, 19.2).

E ognuno sarà con il proprio genere, maschile o femminile, in quanto nella risurrezione scompaiono le imperfezioni, mentre l’essere maschio o femmina non è una imperfezione, ma segna una identità personale: “A quei corpi si sottrarranno le imperfezioni, si conserverà la natura. Ma il sesso femminile non è imperfezione, bensì natura, che fuori del tempo sarà esente dall’accoppiamento e dal parto” (De civitate Dei 22,17).

Di fatto, sarà un corpo spirituale, come già aveva precisato l’apostolo Paolo nella sua prima ai Corinti, citato da Agostino in questo contesto. In effetti, come durante la vita terrena lo spirito è stato condizionato dagli impulsi di peccato del corpo, così il corpo risorto sarà soggetto allo spirito in tutto e per tutto, pur restando corpo: “Quindi sarà sottomessa allo spirito la carne spirituale (risorta), carne tuttavia non spirito, come alla carne fu sottomesso lo spirito carnale, spirito tuttavia non carne” (De civitate Dei 22,21).

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