Condiscepoli di Agostino
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Le opere di misericordia aggiornate

Da qualche mese a questa parte, grazie all’Anno della Misericordia, anche le opere di misericordia, corporali e spirituali, lasciate andare in disuso, e da pochissimi conosciute, sono diventate di moda. Esse sono l’espressione concreta di una fede alla prova dei fatti. Come è noto, sono quattordici: sette che riguardano il rapporto con la dimensione corporea dell’uomo e sette che esprimono l’attenzione verso la dimensione spirituale dell’uomo...

Da qualche mese a questa parte, grazie all’Anno della Misericordia, anche le opere di misericordia, corporali e spirituali, lasciate andare in disuso, e da pochissimi conosciute, sono diventate di moda. Esse sono l’espressione concreta di una fede alla prova dei fatti. Come è noto, sono quattordici: sette che riguardano il rapporto con la dimensione corporea dell’uomo e sette che esprimono l’attenzione verso la dimensione spirituale dell’uomo. In gran parte traggono origine dalla Parola di Dio; qualcuna anche dalla tradizione della Chiesa. In ogni caso manifestano quanto la Misericordia di Dio sta operando i suoi frutti in noi.
Intanto le enumeriamo. Opere di misericordia corporali: dar da mangiare agli affamati; dar da bere agli assetati; vestire gli ignudi; alloggiare i pellegrini; visitare gli infermi; visitare i carcerati; seppellire i morti. Opere di misericordia spirituali: consigliare i dubbiosi; insegnare agli ignoranti; ammonire i peccatori; consolare gli afflitti; perdonare le offese; sopportare pazientemente le persone moleste; pregare Dio per i vivi e per i morti.
Evidenziamone alcune per la loro carica di attualità. Anzitutto “dar da mangiare agli affamati”. Si tratta di un problema a dimensioni mondiali tra i più vasti e allucinanti, cui dovrebbero mettere mano anzitutto le istituzioni internazionali, a partire dalle cause della fame; ma, poiché si sono estese nel frattempo situazioni di indigenza che intaccano l’alimentazione come diritto per la sopravvivenza anche da noi, sono coinvolte le istituzioni amministrative del territorio e le istituzioni caritative come la Caritas e la San Vincenzo, con il sostegno concreto di ciascuno di noi. Il “dar da bere agli assetati” ci rimanda oggi al dramma dei rifornimenti di acqua potabile, resa inquinata per mille cause, specialmente nei paesi del Terzo e del Quarto Mondo. E l’“alloggiare i pellegrini”? È sotto gli occhi di tutti. Già l’accoglienza degli stranieri nel recente passato era problematica. Oggi però siamo sotto la pressione dell’urto dei rifugiati che giungono in Europa a ondate. Gli stati europei si dimostrano nel loro insieme alquanto impreparati, per non dire insensibili. L’Onu che dei grandi problemi internazionali dovrebbe essere la soluzione rimane in gran parte latitante. Però ci sono. E sono in carne e ossa. Sono umanità sofferente. “Visitare gli infermi” potremmo tradurlo con interessarsi delle persone che vivono in solitudine e nell’infermità o semi infermità, comunque in stato di sostanziale abbandono. Aggiungiamo un’opera di urgente attualità che va oltre quelle citate: “Assicurare un posto di lavoro a chi non ne ha e a chi è stato licenziato”!: un dramma dei più acuti che trova ancora scarsa sensibilità.
E passiamo alle opere di misericordia spirituali: “Consigliare i dubbiosi” che potrebbe tradursi in “essere in ascolto per dare suggerimenti validi e disinteressati, sotto ogni punto di vista”. “Insegnare agli ignoranti” potrebbe apparire persino offensivo, specialmente in un tempo in cui la scolarizzazione ha raggiunto livelli alti. In realtà vi sono altri ambiti in cui l’ignoranza la fa da padrona. Ad esempio, è urgente insegnare alle giovani generazioni il senso del vivere, da parte dei genitori, dei docenti, degli educatori parrocchiali. Aggiungiamo: insegnare l’uso moderato, da buon senso, di Internet, cosa oggi di assoluta necessità. Aggiungiamo ancora: creare o aggiornare centri aggregativi per ragazzi, adolescenti e giovani che li risparmino da esperienze deleterie di devianza. “Ammonire i peccatori”, secondo l’insegnamento di Gesù; certo, con delicatezza e senso di amicizia, mai con arroganza e aggressività. “Perdonare le offese”, sempre secondo l’insegnamento di Gesù che ci testimonia il suo perdono come manifestazione somma della sua Misericordia. E la “sopportazione”? Quanta pazienza ogni giorno per non essere in conflitto continuo! E la preghiera! È sicuramente un atto di amore straordinario se fatta con il cuore per i vivi e per i morti.
A onor del vero, le opere di misericordia non sono principalmente un dono che noi facciamo al prossimo, ma sono la documentazione di quanto la Misericordia di Dio ha effetto in noi.

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