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Madre Poloni, donna delle opere umili e semplici

di Madre Maria Visentin*

La prossima proclamazione della sua santità è un invito a seguire il suo esempio di vita donata al Signore servendo i fratelli

Madre Poloni, donna delle opere umili e semplici

Esprimere la gioia che è sgorgata in me dopo l’annuncio della data della canonizzazione della nostra amata Fondatrice, Vincenza Maria Poloni, per il giorno 19 ottobre 2025, non mi è facile. Siamo giunte a questo annuncio dopo tanta attesa e quindi mi sembra normale l’esplosione della gioia alla conoscenza del giorno in cui madre Vincenza Maria Poloni verrà proclamata santa per tutta la chiesa, modello di vita cristiana ed esempio di sequela del Signore Gesù. Un vivo ringraziamento al Signore per la sua immensa bontà e misericordia.

La proclamazione a tutta la Chiesa della sua santità, sembra quasi un andare oltre le sue sensibilità, al suo stile di vita riservato e umile, lontano da riflettori e schivo da ogni pubblicità, in cui ella ha sempre vissuto compiendo tutto con perfezione e amore, per il bene dei propri cari, delle persone colpite da morbi epidemici, degli anziani soli e di coloro che avevano bisogno del suo aiuto.  Lei ha vissuto sostanzialmente in due tipi di ambienti in cui ha dedicato con amore le sue energie, le sue cure, tutta la sua vita: la famiglia e il Ricovero cittadino. Potremmo definirla quindi come la donna del quotidiano, dove nella luce domestica e nel servizio ai più bisognosi nell’ambiente del Ricovero è rifulsa la luce della carità e dell’amore donato sempre con il sorriso sulle labbra, che sgorga da un cuore gioioso, felice di donare la propria vita al Signore per il bene dei fratelli e che gioisce della gioia di coloro che ne fanno esperienza. Niente di straordinario, quindi, ma non comune fu l’amore con cui ella si prodigò, mossa sempre dalla comunione con il Signore Gesù riconosciuto presente nel volto di ogni persona sofferente.   

Alla comunicazione della volontà del Signore, che la voleva Fondatrice dell’Istituto sorelle della Misericordia, fatta dal fondatore, il beato Carlo Steeb, dopo averla per molti anni accompagnata e consigliata spiritualmente, lei umilmente riconosce di essere la più inetta delle creature, ma che il Signore si serve a volte di deboli strumenti per compiere le sue opere. Ed è proprio con questi criteri che spesso si compiono tali progetti poiché ciò che conta è la forza della grazia che viene dal Signore e che agisce nel cuore di coloro che si abbandonano con fiducia nelle sue mani, affidando se stessi alla potenza dello Spirito che opera nel cuore di ciascuno quando ci si affida alla sua azione.

Madre Vincenza Maria Poloni non fu la donna della “parola” ma delle opere umili e semplici, del dono silenzioso e quotidiano. Ella ha riversato su quanti incontrava la grandezza del suo amore che sgorgava da un’unica fonte, quella dell’Eucarestia, da cui attingeva ogni giorno forza e coraggio per proseguire e superare le difficoltà che spesso incontrava nel compiere il bene. In questi volti di persone spesso abbandonate e sole, lei vedeva il volto del Signore Gesù da amare, da incoraggiare, da sostenere con pazienza nelle difficoltà della vita. Ed è questo l’insegnamento che ha trasmesso a noi sue figlie. Ci voleva attente, responsabili, premurose, precise nel compiere il servizio, perché non ci fosse nulla che potesse danneggiare chi era infermo. Voleva le sorelle preparate all’altezza del loro compito, per quanto era possibile a quei tempi, per questo dedicava molto tempo a trasmettere ad esse una formazione pratica, precisa ed oculata nello svolgere il servizio ai bisognosi.

Cosa dice a noi oggi la proclamazione della sua santità? È senz’altro un invito a seguire il suo esempio di vita completamente donata al Signore servendo i fratelli con quella pienezza d’amore che sgorga dalla profonda comunione con Lui. Invochiamo perciò la sua intercessione e il suo aiuto per essere fedeli al dono che lei ci ha lasciato. 

Superiora generale dell'Istituto Sorelle della Misericordia di Verona

(In alto un dipinto raffigurante Maria Vincenza Poloni e, qui sotto, madre Maria Visentin)

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