Cinema
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Sognando di vivere una vita migliore

Lady Bird
(Usa, 2017)
Regìa: Greta Gerwig
Con: Saoirse Ronan, Laurie Metcalf, Tracy Letts
Durata: 94’
Valutazione Cnvf: complesso/problematico/dibattiti

Parole chiave: Lady Bird (1), Cinema (99)
Sognando di vivere una vita migliore

Tenete d’occhio Greta Gerwig. Non solo è una delle più brave (e simpatiche) attrici statunitensi della penultima generazione (perché da quelle parti giovani e giovanissime incalzano con grandissima velocità). Ma è anche un’ottima sceneggiatrice e regista. Ne è conferma questo Lady Bird (titolo che riecheggia, con qualche riferimento neanche tanto implicito, il Lady Bird Lady Bird, 1994, di Ken Loach), che ha spesso toni da commedia, ma tratta temi serissimi. Siamo a Sacramento (città natale della stessa Gerwig). Christine McPherson, detta “Lady Bird” (Saoise Ronan, sempre più brava), è una diciassettenne che studia al liceo cattolico e che, come molti suoi coetanei, ha un rapporto conflittuale con i genitori, in particolare con la madre Marion (Laurie Metcalf). Non accadono eventi clamorosi, nella vita di Christine. Vorrebbe dedicarsi al teatro. Vorrebbe avere un ragazzo. Vorrebbe vivere un’esistenza meno grigia di quella che vede trascorrere in casa. La bravura di Greta Gerwig, che è propria di chi ha frequentato quella vera fucina di talenti che è da sempre il cinema indipendente americano, è quella di tratteggiare con veloci pennellate un quotidiano che sembrerebbe banale ma che ha nelle sue pieghe, come sempre, molti risvolti di grande interesse e passione. Si parla qui di esseri umani veri, non di quelle caricature che troppo spesso troppo cinema, anche italiano, mette in scena. Esseri umani che hanno il concretissimo problema di arrivare a fine mese con risorse sempre più scarse. Persone, come la giovanissima Christine, che dovrebbero imparare fin da subito a ridimensionare i propri sogni in base al reddito disponibile e che, invece e per fortuna, continuano a sognare di poter avere una vita migliore. Sacramento, in California, è città di medie dimensioni – non una metropoli come San Francisco o Los Angeles – e di questa misura ha tutti i pregi e tutti i difetti. La regista-sceneggiatrice la descrive, evidentemente facendo ricorso anche a ricordi ed esperienze dirette, con tutto l’affetto e tutta la capacità critica di chi non si è fatto inglobare da conformismi e ipocrisie e, allo stesso tempo, non ha perso il senso delle sue radici. Via verso la pazza folla, visto che Christine lascerà la cittadina per andare a New York, non dimenticando da dove si è partiti.

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