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“Noi e la Giulia” manca di mordente

Noi e la Giulia
(Italia, 2015)
regia: Edoardo Leo
con: Edoardo Leo, Luca Argentero, Claudio Amendola, Stefano Fresi, Carlo Buccirosso
durata: 115 min.

Parole chiave: Noi e la Giulia (1)
“Noi e la Giulia” manca di mordente

Su uno dei recenti numeri del mensile Ciak il critico cinematografico Paolo Mereghetti proponeva, in modo provocatorio ma utile, un intervento legislativo che proibisse al sistema produttivo cinematografico italiano, almeno per un paio d’anni, la realizzazione di commedie. Proposta evidentemente paradossale, ma che ha un suo ampio fondo di verità e che andrebbe presa in considerazione, se non in senso pratico almeno per sollecitare una riflessione approfondita sul tema.
A conferma delle tesi sostenute da Mereghetti si potrebbe portare anche Noi e la Giulia, ennesima commedia prodotta dal cinema italiano con buoni propositi e risultati non all’altezza. Tratto dal romanzo Giulia 1300 e altri miracoli di Fabio Bartolomei e sceneggiato e diretto, oltre che interpretato, da Edoardo Leo, il film racconta di una brancaleonica compagnia di sodali che tentano un’impresa apparentemente impossibile. Sono tre quarantenni in crisi professionale e di vita: Diego (Luca Argentero) vendeva automobili; Fausto (Edoardo Leo) ha fatto un sacco di debiti col suo lavoro di piazzista televisivo; Claudio (Stefano Fresi, bravissimo) gestiva una gastronomia che è fallita. A loro si aggiunge il cinquantenne Claudio (Amendola), comunista non ancora disincantato, nell’avventura di acquistare un diroccato casale di campagna per trasformarlo in un agriturismo. Ma siamo in una zona, per quanto imprecisata, del Sud d’Italia dove vige il governo illegale della criminalità organizzata e dove i camorristi, capitanati dal personaggio interpretato da Carlo Buccirosso, giungono puntuali a offrire protezione in cambio di un oneroso pizzo. Qui scatta la reazione, dapprima del tutto emotiva da parte dell’impaziente Claudio, poi un po’ più ragionata del gruppo, che mette in moto una sorta di resistenza di fort Alamo contro le angherie e i soprusi della malavita. Le premesse sarebbero state anche interessanti. Gli attori (aggiungendo Anna Foglietta, nei panni di una giovane ragazza incinta che viene ospitata dal gruppo) sono tutti in parte (Amendola ha accenti persino di commozione nel dare vita al suo personaggio). Però, senza voler essere nostalgici, la grande tradizione della commedia all’italiana trovava i suoi momenti migliori nell’affondare persino con ferocia dentro i vizi della società nazionale. Qui si guarda con tenerezza eccessiva e con un po’ di manicheismo a caratteri un po’ troppo squadrati, e il film si perde in qualche situazione comica azzeccata e in molti rivoli a perdere del racconto.

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