Una giornata particolare
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Il Pi greco ci dice che non tutto nella vita può essere calcolato

Nel mondo anglosassone “3/14” è il modo per scrivere sia le prime tre cifre del Pi greco (per noi 3,14) sia il 14 marzo (per noi 14/3). Combinando le due cose, da anni in quel giorno si celebra il Pi greco Day, ovvero il giorno dedicato alla costante matematica che si ottiene nel rapporto tra la lunghezza di una circonferenza (in greco periferia, semplificabile appunto come p) e quella del suo diametro.

Parole chiave: Pi greco Day (1), Una giornata particolare (117), Luca Passarini (76)

Nel mondo anglosassone “3/14” è il modo per scrivere sia le prime tre cifre del Pi greco (per noi 3,14) sia il 14 marzo (per noi 14/3). Combinando le due cose, da anni in quel giorno si celebra il Pi greco Day, ovvero il giorno dedicato alla costante matematica che si ottiene nel rapporto tra la lunghezza di una circonferenza (in greco periferia, semplificabile appunto come p) e quella del suo diametro.
L’uomo è sempre stato affascinato da questo calcolo e, legato ad esso, dalla possibilità della quadratura del cerchio: ovvero di trovare un poligono regolare con lo stesso centro e la stessa superficie. Questa costante – arrotondata per approssimazioni diverse – la conoscevano già i Babilonesi (XX secolo a.C.), gli Egiziani (XVII a.C.), i Cinesi (XII a.C.) e fu probabilmente utilizzata dagli Ebrei per alcune misure del Tempio di Salomone (come risulterebbe dal Secondo libro delle Cronache).
I greci tentarono la quadratura del cerchio in vari modi: riga e compasso per Anassagora (434 a.C.); la quadratrice, ovvero una curva trascendente intuita da Ippia di Elide (443-343 a.C.) e applicata da Dinostrato (335 a.C.); il metodo di esaustione per Antifonte il sofista e Brisone di Eraclea (430 a.C.).
Percorrendo quest’questa ultima via, Archimede di Siracusa (287-212 a.C.) arriverà ad un’approssimazione più scientifica (con un poligono di 96 lati) mentre Ludolph van Ceulen nel 1610 calcolerà le prime 35 cifre decimali (con un poligono di oltre 2 miliardi di lati).
Man mano che la ricerca avanzava, in Europa come nel resto del mondo, si prese consapevolezza di avere a che fare con qualcosa di infinito e mai totalmente definibile.
Importante in questa storia fu Leonhard Euler (Eulero), considerato il più importante scienziato del XVIII secolo, che brillò non solo per le sue ricerche, ma anche per la sua capacità di coordinamento, tenendo i contatti con molti colleghi e riconoscendo i meriti di tutti (anche dei collaboratori più modesti). Grazie a questa sua rete si diffusero l’uso del simbolo Pi greco (adottato da lui per la prima volta nel 1734) e alcune importanti intuizioni, come il fatto che si trattasse di un numero trascendente (irrazionale e non algebrico).
Una vera casualità – come l’ha definita uno dei protagonisti, il matematico Clarence Abiathar Waldo – ha impedito che una legge degli Stati Uniti imponesse nel 1897 come verità matematica un calcolo errato del Pi greco e la soluzione della quadratura del cerchio, in realtà già precedentemente dimostrata impossibile. Nemmeno i risultati straordinari dovuti all’utilizzo dei calcolatori (nel 2010 si è arrivati a 50mila miliardi di cifre decimali) ha posto una parola definitiva su questi argomenti che rimangono sfide affascinanti e che aprono questioni sempre nuove.
Da quest’anno il 14 marzo sarà anche la Giornata mondiale della matematica. Una data per ricordare la nascita di Albert Einstein, il Pi greco e quindi – chissà se volutamente – che non tutto nella vita può essere controllato con il calcolo.

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