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Bravi a fare il lavoro del diavolo

«Abbiamo fatto il lavoro del diavolo»: sono le parole del fisico Robert Oppenheimer subito dopo il Trinity Test, la prima detonazione di un’arma nucleare nella storia (16 luglio 1945). Nonostante all’inizio si giustificasse in quanto scienziato che stava sotto le scelte politiche, confessò più volte di sentirsi le mani sporche di sangue...

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Bravi a fare il lavoro del diavolo

«Abbiamo fatto il lavoro del diavolo»: sono le parole del fisico Robert Oppenheimer subito dopo il Trinity Test, la prima detonazione di un’arma nucleare nella storia (16 luglio 1945). Nonostante all’inizio si giustificasse in quanto scienziato che stava sotto le scelte politiche, confessò più volte di sentirsi le mani sporche di sangue. Questa figura e i suoi dilemmi sono tornati alla ribalta negli ultimi anni grazie al film biografico che è valso molti premi (e incassi), ma ancor di più negli ultimi giorni. 
Diabolico è ciò che sta succedendo in Medio Oriente proprio in nome della possibilità o meno che ci sia un nuovo arsenale atomico. Diaboliche sono state, per lo stesso motivo, da una parte le minacce russe rispetto a Ucraina (e suoi difensori) e dall’altra quei quattro giorni di inizio maggio 2025 che hanno avvicinato due potenze atomiche come India e Pakistan all’orlo del precipizio.
Diabolici sono i numeri contenuti nel recente rapporto pubblicato a cura della Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (Ican): nel 2024 sono stati spesi per le armi nucleari 100,2 miliardi di dollari (+11% rispetto al 2023). Con un piccolo calcolo, scopriamo che la cifra totale delle spese in dollari si può tradurre in 1,9 miliardi a settimana, 274 milioni al giorno, 3.169 dollari al secondo. Un’altra semplice operazione matematica ci fa dire che con la stessa somma si potrebbe finanziare per 28 anni il bilancio totale delle Nazioni Uniti oppure sfamare per quasi due anni tutti i 345 milioni di persone che attualmente affrontano i livelli più gravi di fame a livello globale.
Diabolici sono tutti gli arsenali atomici posseduti da Russia, Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Cina, Pakistan, India, Corea del Nord. Ad essi va aggiunto Israele [...] che in questi anni non ha mai né negato né confermato in modo ufficiale di possedere armi nucleari. Si tratta di “ambiguità strategica” per cui ha una grande efficacia di deterrenza, senza avere costi troppo alti, da un punto di vista economico e politico.
Diabolico è che nessuno abbia seguito l’esempio del Sudafrica di inizio anni Novanta, unico costruttore di armi nucleari a decidere autonomamente di smantellare l’arsenale. Aveva ragione Oppenheimer: una volta messo a punto il sistema nucleare, dovremmo sempre farne i conti, anche che vada in mano ai “nemici”. La risposta, ancora una volta, chiede una riflessione complessa e il dialogo. 
Speriamo che i governanti ascoltino papa Leone XIV che, nel loro Giubileo, ha ricordato che solo una buona politica può evitare le guerre.

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