Una giornata particolare
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Il Capodanno ortodosso è a metà gennaio ed è ricco di tradizione e usanze

A sottolineare la storica fraternità tra Ucraina e Russia c’è anche una comune giornata particolare, che li vede festeggiare il Capodanno tra il 13 e il 14 gennaio. Il motivo è da ricercare nel conteggio secondo il calendario giuliano...

Parole chiave: Capodanno Ortodosso (1), Ucraina (22), Russia (15)

A sottolineare la storica fraternità tra Ucraina e Russia c’è anche una comune giornata particolare, che li vede festeggiare il Capodanno tra il 13 e il 14 gennaio. Il motivo è da ricercare nel conteggio secondo il calendario giuliano, abbandonato nel 1918 in favore di quello gregoriano, ma non accettato dalla Chiesa ortodossa russa per cui molti fedeli continuano a celebrare il cosiddetto “Vecchio anno nuovo”. Se solitamente la festa del Capodanno è più sobria e tranquilla di quella occidentale (cena in famiglia, cerimonia in chiesa, qualche ballo tradizionale dopo il rintocco delle campane), in alcune zone mantiene un tenore differente legato al riferimento alla diversità e all’unione tra la storia di Malanka e quella di Vasyl. Nella giornata del 13 gennaio (31 dicembre secondo il calendario giuliano) l’attenzione è a ciò che c’è di vecchio, inteso alla san Paolo come ciò che è legato agli idoli e al male: il richiamo è dato in particolare dalla memoria di santa Melania la Giovane (Malanka appunto), vissuta nel V secolo, la quale, partendo da Roma, ha testimoniato la fede fino al Vicino Oriente, ma che non è potuta giungere nelle zone al di sopra e al di là del Mar Nero, allora completamente pagane. Quello che è il 14 gennaio secondo il calendario gregoriano è invece dedicato a ciò che c’è di nuovo, alla novità cristiana, grazie anche alla corrispondenza con la festa di san Basilio il Grande (Vasyl), morto e celebrato il 1° gennaio 379, primo dei Padri cappadoci, confessore della fede, dottore della Chiesa, riferimento imprescindibile per la liturgia orientale. In particolare nella notte tra queste due date (e tra queste due feste liturgiche), gruppi di fedeli ortodossi indossando maschere e specifici abiti dei più svariati colori (fatti a mano e passati in eredità tra le diverse generazioni), che mettono insieme le antiche radici pre-cristiane con il frutto dell’evangelizzazione. Protagonisti principali sono proprio Malanka (la Ragazza, collegata alla storica maschera dell’Acqua) e Vasyl (il Giovane, legato a Luna), accompagnati da altri personaggi che derivano in particolare dalle fiabe tradizionali, spesso abbinati a coppie: il Re e il Soldato, l’Ebreo e il Vecchio con la Capra, il Diavolo e la Morte che alla fine lo sconfigge, l’Orso (con un costume di paglia che può arrivare a pesare 30 kg) che si mette sulle spalle possenti ogni disgrazia e lo Zingaro che lo aiuta. Insieme girano di casa in casa per scacciare le forze maligne e annunciare l’arrivo dell’anno nuovo, con canti che derivano dalla tradizione. L’augurio è che arrivino in particolare proprio a queste popolazioni le parole di papa Francesco nel messaggio per la Giornata mondiale della pace 2023, con il suo invito ai credenti in Cristo a non rinchiudersi nella paura o nella rassegnazione pure quando ci si sente dentro un tunnel oscuro e abbandonati perfino da Dio; e a tutte le persone di buona volontà di essere artigiane di pace, costruttrici giorno per giorno di un anno che sia davvero buono.

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