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Tanti luoghi comuni sui giovani

A distanza di un anno, Milo Infante, dopo aver raccontato con Senza peccato il mondo dell’adolescenza, prosegue con Generazioni il suo percorso d’indagine e si cimenta ora a spiegare il mondo dell’età giovanile...

Tanti luoghi comuni sui giovani

A distanza di un anno, Milo Infante, dopo aver raccontato con Senza peccato il mondo dell’adolescenza, prosegue con Generazioni il suo percorso d’indagine e si cimenta ora a spiegare il mondo dell’età giovanile. Angolo di visuale sono soprattutto i problemi e le difficoltà che attraversano questa fascia di popolazione. In ogni puntata si affronta in presa diretta, spesso attraverso l’uso di telecamere nascoste, un tema specifico: dall’alcool, alla droga, al tipo di famiglia, illustrando che cosa avviene in modo particolare la sera o la notte nella galassia degli adulti di domani. In mezzo a questi frammenti di cronaca si aprono anche degli spazi informativi, dove alcuni esperti in maniera scientifica danno il loro contributo perché il telespettatore possa elaborare una prima idea sull’argomento.
La trasmissione, pur avendo un presentatore che fa da collante tra apporti così eterogenei tra loro, in realtà è un gran mix d’immagini e situazioni riguardo alle quali si fatica a cogliere quale successione logica possano avere. Gli interventi di Infante, infatti, non riescono a dare organicità al programma che in questo modo assomiglia a Lucignolo di Italia 1, che con reportage senza filtri e sempre provocatori raccontava la vita più oscura delle nuove generazioni. Per raccontare i giovani viene usato un mezzo per loro alquanto superato come quello della televisione, segno che il programma si rivolge ai genitori per mostrare ciò che pensano e come vivono i loro figli fuori casa. Il capostruttura di Rai Due, Stefano Rizzelli, infatti, ha illustrato questo appuntamento come «una chiave per decodificare quello che accade e capita. È un programma che bisognerebbe vedere insieme figli e genitori».
L’aiuto fornito, però, non riesce a dare risposte adeguate per arrivare a capire dal di dentro i giovani. Ci si ferma ai luoghi comuni, si propongono tanti frammenti di vita, senza che questi possano fornire una risposta convincente e plausibile. Nel tempo della multiculturalità e dell’estrema libertà di pensiero e di stili di vita, la trasmissione consegna l’unico messaggio che le nuove generazioni sono una contraddizione in sé stesse e che il tentativo di descriverle in modo globale è impossibile. Le otto puntate che vanno in onda a cavallo della mezzanotte hanno raggiunto sinora circa il 4% di share, un risultato che evidenzia come seguire un programma così disorganico non attira certamente spettatori, né giovani né adulti. Una ben maggiore capacità di approfondimento servirebbe non solo per descrivere ma ancor più per interpretare i tanti segni che intercorrono tra le generazioni.

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