Spiato in tv
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Quando le frecciate colgono nel segno

Rai 2 con la sua vocazione di rete dedicata ai giovani, ha anch’essa il suo settimanale di critica televisiva che usa un linguaggio irriverente e leggero con l’intento di catturare questa fascia di pubblico. Già il titolo, Sbandati, dice il tono della trasmissione che rilegge l’ultima settimana di palinsesto con superficialità...

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Quando le frecciate colgono nel segno

Rai 2 con la sua vocazione di rete dedicata ai giovani, ha anch’essa il suo settimanale di critica televisiva che usa un linguaggio irriverente e leggero con l’intento di catturare questa fascia di pubblico. Già il titolo, Sbandati, dice il tono della trasmissione che rilegge l’ultima settimana di palinsesto con superficialità: così, come gli stessi conduttori affermano, dovrebbe essere trattato quanto va in onda sui diversi canali. Lo schema del dibattito televisivo è sempre quello: un presentatore, o una coppia, come in questo caso, e alcuni ospiti fissi che mettono alla berlina quanto è stato proposto al telespettatore in 7 giorni di programmazione televisiva.
Il duo comico formato da Gigi e Ross, attori napoletani già conduttori di Made in sud, è al timone di questo particolare talk show, dove non si presentano comici veri e propri come già avveniva nel precedente programma, ma tanti altri che involontariamente si comportano allo stesso modo. Con ritmo canzonatorio si commentano fatti e protagonisti e già nel momento iniziale si finge di prendere un personaggio famoso tra i corridoi della Rai e di spingerlo a fare l’ospite d’onore della puntata, facendo così il verso ad alcune trasmissioni d’intrattenimento che iniziano a parlare del personaggio da intervistare quando ancora è in camerino. Gli opinionisti si alternano con gli stessi presentatori nello sparare a raffica battute e commenti, facendo passare tutto da un tritacarne dove alla fine non resta nulla da salvare. Le loro frecciate, talora un po’ troppo pesanti, sono assai gustose da ascoltare e fanno riflettere per la capacità di cogliere nel segno, evidenziando le ipocrisie, le meschinità e le menzogne di quanto mandato in onda. Il bello di questo lungo chiacchiericcio, anche un po’ frivolo, è che nessuno si prende sul serio, sa di essere lì per far ridere e nulla più. Nessuna traccia di tv intelligente o troppo snob, ma soltanto il desiderio di strappare un sorriso in un ambiente dove molti si considerano ben più importanti di quanto in realtà siano. L’arma dell’autoironia perciò li mette al riparo da simili pericoli. I tanti monitor che fanno da scenografia alle spalle della postazione dei conduttori tramettono molto bene il messaggio che in mezzo a un flusso ingovernabile d’immagini entra fino al collo anche questo programma e che certamente anch’esso non lascerà il segno tra le tante proposte del palinsesto. Il pubblico non è per niente sbandato nello scegliere questa trasmissione, ma sa bene di assistere consapevolmente solo a cose molto superficiali.

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