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Suor Carla, la partigiana miracolata

Daniele La Corte
Resistenza svelata.
Storia di Suor Carla De Noni, agente segreto
Fusta - Saluzzo (Cuneo) 2018
pp. 304 - euro 17,90

Suor Carla, la partigiana miracolata

“Ci sono già troppi libri. Molti di essi sono inutili o stupidi”, scriveva ne La missione del bibliotecario lo spagnolo José Ortega y Gasset. C’è chi sostiene che quest’affermazione oggi sia ancora più vera grazie allo sviluppo tecnologico e alla crescita delle piccole case editrici. Però è anche grazie ai piccoli editori che risulta possibile recuperare le tante storie che contribuiscono a fare la Storia. È questo il caso del volume Resistenza svelata, edito per i tipi della Fusta di Saluzzo, che il giornalista Daniele La Corte ha dedicato alle vicende di una religiosa partigiana, suor Carla De Noni (al secolo Caterina Giuseppina).
Nata a Revine Lago (Treviso), diocesi di Ceneda-Vittorio Veneto, il 18 giugno 1910, a 17 anni varcò la soglia del convento delle Suore Servite di Maria Riparatrice e al termine del noviziato divenne suor Carla.
Nel 1936 Maria Virginia Lazzari, insegnante nata a Torino ma di origini venete, divenne suora e chiese all’arcivescovo di Torino l’approvazione della sua opera avente come carisma la meditazione sulle sofferenze di Cristo nella Passione. Ottenuta l’approvazione della Chiesa, la religiosa si mise alla ricerca di giovani desiderose di consacrarsi al Signore nella nuova opera.
Suor Carla, conosciuta madre Lazzari, nell’agosto 1940 le chiese di poter essere accolta nell’Istituto. Accettata, si mise in viaggio con la fondatrice verso il piccolo centro di Villavecchia di Mondovì, in Piemonte. Nacquero così le Suore Missionarie della Passione di Gesù, incaricate dal vescovo di Mondovì di custodire il santuario dedicato a Santa Lucia, non distante della loro Casa madre, che da meta di numerosi pellegrinaggi divenne poi uno dei rifugi dei partigiani.
Il 20 aprile 1945 suor Carla è sul treno che deve portarla a Mondovì. Nella borsa qualche genere alimentare e una busta da consegnare ai partigiani. Il convoglio viene colpito dalle raffiche degli aerei alleati e la religiosa, arruolata dal servizio segreto X, l’intelligence dei partigiani del Nord Italia fondato da Dino Giacosa e Aldo Sacchetti, resta gravemente ferita al volto. Due mesi dopo, alla fine di giugno, si risveglia con il volto guarito. Dopo non pochi controlli scientifici tale guarigione misteriosa viene riconosciuta come miracolo ottenuto per intercessione di “quel don Rinaldi”, cioè il beato don Filippo, terzo successore di san Giovanni Bosco alla guida dei Salesiani.
Questa storia, raccontata da La Corte sulla base di documenti e testimonianze orali, si intreccia con le vicende di altre donne, religioise e laiche. Suor Carla morirà il 10 settembre 1999. La concessione della medaglia d’argento al valor militare a questa religiosa, tessera numero 69996 dell’Associazione nazionale combattenti e reduci, è una delle testimonianze del contributo offerto da preti e suore durante i due conflitti mondiali; un contributo che, fatta forse eccezione per le vicende dei cappellani militari nella Grande Guerra, non è stato ricordato come merita.

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