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Quella piccola e coraggiosa Chiesa dell’Iraq

Fernando Filoni
La Chiesa in Iraq. Storia, sviluppo e missione, dagli inizi ai nostri giorni
Libreria Editrice Vaticana
pagg. 256 - 16 euro

Parole chiave: La Chiesa in Iraq (1)
Quella piccola e coraggiosa Chiesa dell’Iraq

Fu con l’invasione americana del 2003 e la conseguente deposizione del dittatore Saddam Hussein che l’Iraq balzò drammaticamente agli onori della cronaca. Di questa nazione si sapeva poco, sebbene la terra da essa occupata avesse alle spalle secoli e secoli di storia: era la famosa terra tra i due fiumi, la Mesopotamia, straordinaria culla di civiltà e di cultura. L’Iraq, purtroppo, ha continuato sino a oggi a essere oggetto di profonde preoccupazioni e rappresenta uno dei tasselli del tragico e complicato groviglio mediorientale, sempre sul punto di esplodere e di innescare imprevedibili e pericolose reazioni geopolitiche e militari. La recente devastante diffusione del terrorismo islamico ha reso ancor più difficile l’individuazione di una soluzione che assicuri un futuro di pace a quella martoriata regione. Non va dimenticato che in questo contesto occupa un posto di non secondaria importanza la Chiesa cattolica, testimone, insieme ad altre comunità, della presenza del cristianesimo in quei territori, una presenza che risale addirittura all’epoca apostolica e che, nonostante difficoltà e sofferenze inenarrabili, non è stata annientata e conserva ancora una dignità e una vitalità che hanno del miracoloso.
A rendere accessibile anche ai non specialisti una conoscenza non superficiale della storia del cristianesimo e della Chiesa in Iraq ci ha pensato il card. Fernando Filoni, attento e appassionato testimone nonché competente studioso della realtà del Medio Oriente, che ha dato recentemente alle stampe un bel volume dedicato proprio alla Chiesa irachena. Pugliese di Manduria, diocesi di Oria e provincia di Taranto, il sessantanovenne Filoni, laureato in Filosofia e in Diritto canonico, ha percorso una lunga e fruttuosa carriera nella diplomazia vaticana, che lo ha portato anche a ricoprire il ruolo di nunzio apostolico in Giordania e in Iraq e nelle Filippine. Consacrato vescovo da papa Giovanni Paolo II nel 2001, è stato creato cardinale da Benedetto XVI nel 2012. Dal maggio 2011 è prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli. Il primo capitolo del libro è dedicato alle antiche comunità cristiane che dettero origine alla Chiesa d’Oriente, la quale visse alterne vicende sino a imboccare la strada della separazione e dell’isolamento. Il cammino tracciato dall’autore prosegue poi con il racconto della storia della Chiesa orientale fino ai primi anni del XVI secolo: tale narrazione, che inizia dalla metà del VII secolo, prende in esame tre periodi: arabo, mongolo e turcomanno. Nel terzo capitolo, Filoni si occupa della Chiesa latina in Mesopotamia e ne tratteggia la storia dal 1500 al 1800; poi si sofferma sugli eventi del XX secolo, concentrando l’attenzione proprio sull’Iraq, dalla sua fondazione sino alla caduta di Saddam Hussein. Nell’ultimo capitolo del libro il lettore troverà un’interessante ricostruzione dei rapporti tra la Santa Sede e I’Iraq.
Al centro del bel volume del card. Filoni stanno, strettamente collegate, una certezza e una domanda. La prima consiste nell’affermazione che, per quanto numericamente minoritaria, la presenza dei cristiani in Mesopotamia è assai rilevante; la seconda suona nei termini seguenti: “Riuscirà questa molteplice e ricca presenza cristiana a sopravvivere nel prossimo futuro, oppure scomparirà, come è già avvenuto per la comunità ebraica, una volta così viva in questa terra?”. Si tratta di un interrogativo altamente drammatico, specie se letto alla luce delle terribili notizie che giungono da quella regione riguardo alle persecuzioni cui vengono quotidianamente sottoposti i seguaci di Cristo. “Questo libro – afferma Filoni – nasce per dare testimonianza a quelle vittime; alle donne e agli uomini cristiani e non cristiani che ho incontrato e dir loro: grazie per il vostro coraggio! E grazie anche a quanti, con sacrificio e amore, rendono meno pesanti le loro paure e le loro preoccupazioni. Non vengano mai meno in loro il coraggio e, insieme, la speranza”.

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