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«Il mio Iraq, terra martoriata dove la fede è più forte dell'Isis»

Padre Attalla, giovane sacerdote, si è raccontato a Bussolengo

«Il mio Iraq, terra martoriata dove la fede è più forte dell'Isis»

I cristiani in Iraq al centro dell’ultimo incontro de “I Martedì di San Salvar”, organizzati dalla parrocchia di Santa Maria Maggiore di Bussolengo. La conversazione con padre Majeed Hazem Attalla, giovane sacerdote iracheno, segretario e inviato dell’arcivescovo siro-cattolico residente a Qaraqosh, monsignor Yohanna Petros Mouche, ha avuto come obiettivo il racconto di una Chiesa passata attraverso il martirio. «Da quando sono nato – ha esordito padre Majeed, ospite della parrocchia e della Fondazione Recobot – sono in guerra. La nostra terra è stata pesantemente colpita dalle recenti vicende belliche: un luogo ricco di memoria, dove è nata la nostra civiltà. Siamo dovuti fuggire a piedi e in massa verso il Kurdistan nella notte del 6 agosto del 2014 dopo l’ultimatum dell’Isis, che ha distrutto i luoghi e i segni della presenza cristiana. Ma non ci sono stati atteggiamenti di convenienza e tutti hanno mantenuto l’unica cosa che ci unisce: la fede in Cristo. Quando l’Isis è entrata a Mosul, l’antica Ninive della Bibbia, ai cristiani non è rimasto che uscire dalla città. Abbiamo trascorso tre anni in tenda con 50 gradi di temperatura, abbiamo perso tutto, ma salvato la fede. La Parola di Dio è la nostra guida».

Nel 2017, dopo la liberazione di Ninive, il ritorno e l’inizio di una ricostruzione sulle macerie lasciate dai conquistatori. Oggi non tutti i fuggitivi sono tornati a casa, molti hanno preferito scegliere la strada dell’espatrio, soprattutto in Australia e nel Nord Europa, ma la maggior parte degli abitanti di Qaraqosh  si sta lentamente  rimettendo in piedi anche se ha trovato la propria  cittadina distrutta, soprattutto nelle infrastrutture sociali e religiose che la Chiesa aveva messo in piedi negli anni. «La cattedrale del XII secolo non c’è più ­– ha raccontato padre Majeed – ma la Chiesa in questo passaggio delicato della storia sta facendo tutto, come una madre. Stiamo lavorando per costruire prima le case poi le chiese, ma le vere chiese sono i cristiani, pietre vive. Qaraqosh è stata visitata dal Segretario di stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, e nel 2020, per la prima volta, un papa farà visita all’Iraq: un ritorno sui luoghi dove è nata la nostra fede, un segno di speranza per il nostro popolo».

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