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Per gli amanti di Totti e... del latino

Alvaro Rissa
Il cucchiaio di Dio. Cochlear Dei.
Ode al capitano Totti in versi latini
Il Nuovo Melangolo - Genova 2017
pp. 72 – euro 8

Parole chiave: recensione (25), Alvaro Rissa (1), In libreria (40), Antonio Mazzei (7)
Per gli amanti di Totti e... del latino

Alvaro Rissa è il nome del poeta sul quale un personaggio di Ecce Bombo, il film diretto da Nanni Moretti nel 1978, aveva portato la sua tesina di maturità. Alla domanda della commissaria d’esame su chi fosse, il candidato aveva risposto: «Un contemporaneo vivente»; dopodiché il poeta si era presentato in carne ed ossa, rivolgendosi così alla commissione: «Alvaro Rissa. A disposizione. Sono io il poeta. Vogliamo parlare del ruolo del poeta nell’Oltretomba? Del ruolo dell’Oltretomba nella poesia? O del ruolo della letteratura nella gastronomia?».
Nel maggio di quest’anno, con lo stesso nome, è uscito un libro intitolato Il cucchiaio di Dio. Cochlear Dei. Ode al capitano Totti in versi latini. Dietro Alvaro Rissa si cela in realtà Walter Lapini. Classe 1962, docente di letteratura greca all’Università di Genova, il professor Lapini è un tifoso giallorosso che ha dedicato il volume ai “figli Pietro e Guido cresciuti nel culto della Magica” (cioè la Roma, ndr).
Il carme, in strofe saffiche costituite da tre endecasillabi ed un adonio, si apre con la declinazione del nome Totti (“Il nome Tottis, attestato solo al singolare, presenta doppia forma ai casi obliqui”) e si chiude con un’invocazione agli dei: quello di assumere fra gli altri anche il famoso cucchiaio “ut Platonicam liceat talenti noscere formam” (“e così sarà possibile comprendere l’idea platonica del talento”).
Un simpatico (e dotto) tributo al calciatore italiano che per 25 anni ha reso normale ciò che per gli altri era impossibile (“Techinicus gestus tibi notis omnis… Attamen maius nihil est in orbe quam quod in sua populi loquella cochlear aiunt” ovvero “Non c’è gesto tecnico che tu ignori… Tuttavia non esiste al mondo una trovata più grande di quella che le genti chiamano cucchiaio”)? No. La lirica è pure un’implicita esortazione a proporre nuove forme dell’apprendimento della lingua di Cicerone, in modo da ribadirne l’utilità. Perché il punto è proprio questo: l’idea che la scuola attuale debba fornire saperi utili mentre il latino utile non lo è perché è una lingua morta (affermazione falsa, giacché è la lingua ufficiale della Santa Sede), è solo apparentemente ragionevole. Cochlear Dei di Lapini/Rissa o il De rerum natura di Lucrezio non sono utili a eliminare un virus dal proprio computer, ma aiutano la “capacità di pensare”, indispensabile in un mondo in continua trasformazione. Questo lo ha capito uno studente del liceo romano “Gelasio Caetani”, che agli esami di maturità ha presentato una tesina proprio su Totti, riuscendo a collegare diverse delle materie studiate nel quinquennio, non ultima il latino con la descrizione di Calgacus, il capo dei Caledoni immortalato da Tacito nell’Agricola.
Per Rissa/Lapini il calcio non è solo un gioco, così come il latino non è solo una lingua considerata morta e Francesco Totti non è stato solo uno dei tanti giocatori della Roma.

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