Dodici mesi d’incontri e di riflessioni
Idalgo Carrara
Or volge l’anno (Incontri 2015)
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pp. 338 - 20 euro
Dottore in Scienze agrarie, in lettere e in filosofia, counselor clinico a orientamento psicoanalitico, da molti anni il veronese Idalgo Carrara svolge una ricchissima attività culturale che si è concretizzata anche nella redazione di molti libri, l’ultimo dei quali, intitolato Or volge l’anno (Incontri 2015), si presenta come un’opera densa di suggestioni che la rendono particolarmente interessante.
Il titolo del libro che, come molti ricorderanno, è costituito da alcune parole del secondo verso della celebre poesia Alla luna di Giacomo Leopardi, rispecchia la struttura che l’autore ha voluto dare al suo scritto, suddividendolo in dodici parti corrispondenti ai mesi dell’anno, ognuna delle quali accoglie alcuni interventi da lui preparati per tenere lezioni, animare iniziative culturali e propiziare occasioni di approfondimento. Per sua stessa ammissione, Carrara si muove all’interno di un ideale triangolo a cui vertici stanno psicoanalisi, letteratura e senso religioso: “Anche questo lavoro – egli scrive nell’introduzione – l’ho pensato come una provocazione a pensare intorno al senso del rotolio del tempo e come invito alla meditazione sul suo significato esistenziale, cioè al senso del nostro limite, onesto, e all’infinitezza del nostro pensiero, ossia al nostro inconscio”.
Sarebbe impossibile rendere conto anche soltanto sommariamente dei tanti temi affrontati dall’autore: basti dire che essi riguardano pressoché tutti gli ambiti della vita. All’interno di questa estrema varietà è possibile tuttavia cogliere lo scopo per cui il volume è stato pubblicato, che Carrara spiega nei termini seguenti: “In questi incontri, qui scelti e raccolti, ho cercato di fare il lifting al nostro pensiero, essendo convinto che sia lui ad averne bisogno, più che il nostro corpo organico”. Tale operazione richiede innanzitutto l’accettazione dei limiti, il primo e più evidente dei quali è quello della morte. Non casualmente, l’autore si sofferma a riflettere su di essa: “Coltivando il pensiero – si legge nel libro – come fosse un fiore in serra, anche la morte, con la sua razionalità esiziale riesce e il suo senso non è: tutto è perduto, ma tutto è compiuto, soddisfatto come lo è in Cristo”. Ecco, dunque, riaffacciarsi la tematica della fede, di quella fede che Idalgo Carrara sa essere la chiave di volta dell’esperienza umana e la risposta al mistero della vita, nella persuasione “che la morte sia un pregiudizio e la vecchiaia una corona di gloria”.