L'anno santo con Dante
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La Divina Commedia poema da 14.233 versi

Come è noto, la Divina Commedia è il poema con maggior numero di versi, dopo l’Iliade. Ne conta ben 14.233!

Parole chiave: Dante (31), Mons. Giuseppe Zenti (337), Divina Commedia (2)
La Divina Commedia poema da 14.233 versi

Come è noto, la Divina Commedia è il poema con maggior numero di versi, dopo l’Iliade. Ne conta ben 14.233! Tutti endecasillabi perfetti. Con rima che da sola dà i brividi a pensare come Dante sia riuscito a crearla, essendo una rima tutta e solo sua: ha la seguente articolazione: ababc; bcbcd; cdcde… e così di seguito. Pazzesco! Come lui stesso precisa alla conclusione della cantica del Purgatorio, si è autoimposto di essere fedele al “fren dell’arte”. In altre parole, si è imposto delle regole ferree e mai ha sgarrato. Da notare poi che ognuna delle tre cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso) è costituita di 33 canti, fatta eccezione per la prima cantica che ha l’aggiunta di un canto, quello introduttivo, cioè del proemio. Dunque 100 canti. Numero perfetto. Come perfetto è il numero dei canti di ogni cantica: 33! Non è ancora tutto qui. Restando sulla linea del richiamo al numero della perfezione (3 o 10), si è imposto un ritmo da terzina! Ogni canto è dunque costituito da terzine.

Ci verrebbe da dire che basterebbe questo per dichiarare la Divina Commedia un poema sommo. In realtà, Dante è un poeta assoluto. E non cessa di stupirci con le sue innovazioni poetiche. Inimitabili. Ci riferiamo ad altri due aspetti, cioè a quello del climax che avvolge i tre regni e della musicalità dei versi.

Per quanto riguarda il climax: l’Inferno è caratterizzato da un ambiente oscuro, tenebroso, caliginoso; il Purgatorio da un ambiente crepuscolare; il Paradiso, da un ambiente tersissimo, tutto luce, sempre più intensa. E per quanto riguarda la musicalità dei versi? Anche nella musicalità, appropriata per ogni cantica, Dante rivela il suo genio. I versi, meglio sarebbe dire il verseggiare, dell’Inferno hanno tonalità cupa, baritonale; quelli del Purgatorio hanno tonalità elegiaca; quelli del Paradiso hanno tonalità celestiale, per così dire da Inno alla gioia di Beethoven.

Di fatto, tutto è poesia sublime nel poema sacro del primo Giubileo. Il tutto, infatti, contenuti e stile, ha avuto come obiettivo quello di trasmettere poeticamente l’esperienza giubilare di Dante.

Giuseppe Zenti
Vescovo emerito di Verona

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