Il Calciastorie
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Il portiere che salvò la porta e la vita al suocero

«La corsa non è ancora terminata: perché stanno segnalando la fine?». Quella che Matt Reis pensava fosse il colpo di cannone per festeggiare il vincitore della maratona era in realtà ben altro.

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«La corsa non è ancora terminata: perché stanno segnalando la fine?». Quella che Matt Reis pensava fosse il colpo di cannone per festeggiare il vincitore della maratona era in realtà ben altro.
Lui, portiere dei New England Revolution, aveva militato anche nei Los Angeles Galaxy. Le due squadre statunitensi tra le più famose per noi italiani: nella prima andò a giocare Walter Zenga, il portierone di Italia ’90, mentre a Los Angeles David Beckham. Quel giorno, però, Matt era solo uno spettatore. E non a una partita di calcio, ma a una maratona, per l’appunto. Boston, 2013.
Avrete certamente intuito che quello scoppio fu una delle bombe, e Matt iniziò ad accorgersene quando, camminando in direzione del botto, vide persone ferite a terra o in fuga urlando. In gara, tra le migliaia di atleti, c’era anche sua moglie Nicole ed era per quel motivo che Matt e famiglia si trovavano lì. Col figlio Jacob (6 anni) sulle spalle e il cognato al fianco, iniziò a guardarsi intorno. La ricerca durò poco, perché presto vide John Odom, il suocero, a terra, in una pozza di sangue. Matt si tolse la giacca, stringendola attorno alle gambe di John, per fermare l’emorragia.
Salvargli la vita non fu facile né scontato perché il papà di Nicole, in ospedale, ebbe due volte l’arresto cardiaco e venne ripreso per i capelli. Rimase incosciente per una decina di giorni e venne sottoposto a undici interventi chirurgici. Ma dall’ospedale uscì (ultimo tra le centinaia di feriti dell’attentato) e, col tempo, riprese l’uso delle gambe.
Senza l’intervento di Matt, i morti quel giorno sarebbero saliti a quattro. Il portiere, dopo qualche tempo, tornò a giocare, prima che un infortunio – unito all’età non più freschissima per un atleta professionista – lo costrinse a farsi da parte, diventando allenatore dei portieri. Più che le due presenze in Nazionale o i playoff conquistati con i New England Revolution, di lui si ricorderà il tuffo verso John. “Goalkeeper saves”: quando un portiere para il pallone, si dice così.
Anche Matt ha salvato, eccome. Non la porta, ma una vita. E scusate se è poco.

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