Editoriale
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Ucraina un anno fa

Tra pochi giorni, precisamente il 24 febbraio, scadrà l’anniversario dell’“operazione militare speciale” che di fatto ha avviato l’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo. Si calcolano in centinaia di migliaia di soldati le truppe messe in campo finora a fronteggiarsi e si stima che si aggirino attorno ai 100mila per parte i combattenti morti...

Parole chiave: Ucraina (22), Guerra (41)

Tra pochi giorni, precisamente il 24 febbraio, scadrà l’anniversario dell’“operazione militare speciale” che di fatto ha avviato l’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo. Si calcolano in centinaia di migliaia di soldati le truppe messe in campo finora a fronteggiarsi e si stima che si aggirino attorno ai 100mila per parte i combattenti morti.
La risposta delle forze ucraine agli attacchi è stata impressionante e la resistenza della popolazione ha stupito tutti quanti. Finora l’offensiva della Russia si è rivelata un fallimento, tuttavia ha messo in ginocchio l’Ucraina e ha messo a soqquadro l’intera Europa.
Gli ucraini chiedono agli alleati armi sempre più potenti e numerose; sulla sponda opposta si fa ricorso ad una industria bellica praticamente inesauribile e alle spietate milizie mercenarie del gruppo Wagner. A questo punto si paventa addirittura il ricorso alle armi atomiche.
La situazione ora di stallo quanto potrà durare? Staremo a vedere chi attaccherà per primo la “battaglia finale”, una ulteriore inutile carneficina perché una vittoria definitiva non è possibile per nessuna delle parti. Entrambi i contendenti dichiarano che si può avviare una trattativa per la pace, ma ogni tregua, compresa quella di Natale, è stata solo una farsa. Si continua a bombardare e a combattere perché le condizioni preliminari poste dagli uni sono inaccettabili per gli altri. Qualunque negoziato deve condurre ad un compromesso, cioè al fatto che ciascuno ceda qualcosa. Sta di fatto che né il leader russo, né quello ucraino sono disposti a cedere nulla per non perdere il consenso interno.
E qui entra in campo l’opinione pubblica e il suo potere. Sono in aumento quanti pensano e manifestano contro l’escalation militare che si prospetta. All’orizzonte ci sono poi le elezioni politiche nel 2024 un po’ ovunque: dalla Russia, all’Ucraina, agli Stati Uniti e questo sarà determinante per capire in che modo proseguirà la guerra.
L’onda di crisi economica ingenerata da questo conflitto ci ha portato tutti con i piedi per terra: una guerra costa molti soldi, oltre che sacrifici umani; alla fine chi paga? E fino a che punto? Se non faremo la pace per convinzione, dovremo farla per sfinimento. Ma sarà comunque una pace illusoria. Una nuova toppa raffazzonata su un vestito vecchio.

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