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Recuperare con intelligenza i “lupi solitari”

Che l’adolescenza sia un’età problematica, non è una novità. In questo periodo della vita, oggi sempre più anticipato negli inizi e prolungato nella conclusione, un giovane arriva (o per lo meno dovrebbe approdare) a definire la propria identità. Il problema sorge quando l’incontrollata navigazione in internet conduce su strade sbagliate...

Parole chiave: Editoriale (402), Alberto Margoni (64), Giovani (99)

Che l’adolescenza sia un’età problematica, non è una novità. In questo periodo della vita, oggi sempre più anticipato negli inizi e prolungato nella conclusione, un giovane arriva (o per lo meno dovrebbe approdare) a definire la propria identità. Il problema sorge quando l’incontrollata navigazione in internet conduce su strade sbagliate, quali quelle della pornografia e del jihadismo. Ed è proprio su quest’ultima ideologia fondamentalista e violenta che si era incanalato un adolescente friulano figlio di genitori algerini che sui social e in internet inneggiava alla “guerra santa”, ai combattenti dell’Isis, segnalando siti che indicavano come realizzare ordigni. Traduceva dall’arabo messaggi propagandistici che poi altri avrebbero provveduto a diffondere in diverse lingue. Era talmente imbevuto e ideologizzato che si dice fosse pronto ad assemblare un ordigno da far esplodere nella scuola che frequentava. Tutto questo all’insaputa dei suoi famigliari. Fortunatamente la sezione della Polizia postale di Trieste dedita a individuare e a contrastare il cyberterrorismo, in collaborazione con la Digos, è riuscita ad intercettarlo in tempo, facendo partire un’indagine nel dicembre 2016 e prevenendone le possibili azioni criminose. È scattata la denuncia, ma oggi il giovane continua a vivere nella propria famiglia e a frequentare la scuola. Insomma, si punta al suo recupero grazie ad un pool di esperti impegnati nell’opera di deradicalizzazione. Ma la cosa più interessante è che in questa équipe vi è anche un imam. Al che qualcuno potrebbe obiettare, come ha fatto sarcasticamente un mio conoscente apprendendo la notizia: «Sarebbe come farsi aiutare a smettere di fumare da un fumatore incallito e impenitente!». In realtà il tentativo è davvero lodevole – sempre che abbia successo – in quanto pone giustamente in primo piano l’intento rieducativo della pena, coniugato con l’azione tesa a far cogliere al giovane in formazione una visione religiosa islamica non ideologizzata e nichilista come quella appresa e divulgata sul web, ma vicina alla realtà di chi la vive in un Paese non musulmano, laico e democratico come il nostro.
Il primo compito della politica e delle istituzioni è quello di intraprendere tutte le possibili strade per favorire l’integrazione e impedire l’isolamento dei cosiddetti “lupi solitari”, facili prede dei reclutatori jihadisti. Possibilmente potendo contare sulla fattiva collaborazione delle stesse comunità e autorità religiose islamiche.

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