Editoriale
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Quell’esame che prepara alla vita

Esami di maturità. Una tappa importante per la vita di uno studente. Un momento anche di salutare crisi dove ci si misura con se stessi avendo due semplici strumenti: un foglio bianco da riempire e una penna. Su quel foglio ci potrebbe essere scritto ciò che si diventerà “da grandi”. Buona parte del nostro destino lo scriviamo con le nostre mani.

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Esami di maturità. Una tappa importante per la vita di uno studente. Un momento anche di salutare crisi dove ci si misura con se stessi avendo due semplici strumenti: un foglio bianco da riempire e una penna. Su quel foglio ci potrebbe essere scritto ciò che si diventerà “da grandi”. Buona parte del nostro destino lo scriviamo con le nostre mani. È la parabola della vita: dopo il tempo in cui tutte le cose ci sono riversate addosso come un fiume in piena, arriva il momento di silenzio, di sintesi e poi tocca a noi tirar fuori dal nostro sacco quanto c’è di buono.
A distanza di anni, quando passo davanti ad una scuola in questo periodo sento ancora una stretta al cuore. Mi rivedo impaurito, incerto, pieno di dubbi, tremante come una foglia mentre stavo affrontando una commissione d’esame a causa di quel giudizio che consideravo più sulla mia persona che sulla mia preparazione culturale. Poi l’esame anch’io l’ho superato e tutto sommato è stato meno terribile di quanto immaginassi. Ho anche scoperto che, a quei professori, di giudicare la mia persona non importava un gran che. Mi hanno pure detto che potevo andare avanti e che avevo un futuro non impossibile davanti a me. Questo non me lo aspettavo, e mi ha fatto bene sentirlo. Un attimo di sollievo e poi di nuovo dentro il fiume in piena.
Così è la vita. Quando sei dentro il corso d’acqua cerchi di remare, di prendere una direzione, ma è l’acqua che ti porta e se decidi di andare nella direzione opposta – cioè controcorrente – devi fare bene i conti, ci provi con le tue forze, sai che puoi resistere solo fino ad un certo punto se remi da solo.
Vorrei far sentire la mia vicinanza a tutti quei giovani che in questi giorni stanno concludendo l’esame di maturità. E ricordare loro che un buon risultato nella vita dipende non solo dalle doti personali e dall’impegno, ma anche da quella rete di contatti e relazioni che tessiamo attorno a noi. In altre parole: dagli amici e dalle amiche con i quali condividiamo qualche tratto del nostro percorso umano. La qualità della vita non dipende solo dai traguardi professionali che siamo in grado di raggiungere, ma prevalentemente dalle relazioni positive che sappiamo costruire con gli altri e dal ruolo che sapremo interpretare nella società.
Dopo l’esame, le strade prendono direzioni diverse; cari amici, fate squadra, non rischiate di camminare da soli. Per me ha funzionato e tanti altri come me ve lo possono confermare. Un grosso in bocca al lupo!

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