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Non voltiamo le spalle ai poveri

"Non distogliere lo sguardo dal povero”: si intitola così il messaggio papale per la Giornata mondiale dei poveri, la 7ª, in programma il 19 novembre prossimo...

Parole chiave: Poveri (4), Editoriale (380), Stefano Origano (141)

"Non distogliere lo sguardo dal povero”: si intitola così il messaggio papale per la Giornata mondiale dei poveri, la 7ª, in programma il 19 novembre prossimo. “Viviamo un momento storico che non favorisce l’attenzione verso i più poveri”, mentre “un fiume di povertà attraversa le nostre città e diventa sempre più grande fino a straripare”, denuncia il Papa. Il messaggio ruota attorno alla narrazione del Libro di Tobia e alla parabola del buon Samaritano, sottolineando che è praticamente impossibile che il nostro sguardo non incroci qualche forma di povertà – sono in aumento in termini di quantità, di gravità e anche di nuove povertà nei luoghi dove infuriano le guerre e dove i bambini sono sfruttati e privati di un presente sereno e di un futuro dignitoso –. La società rifugge questa realtà: il suo sguardo scappa e si volge in un istante dall’altra parte: “Si mette tra parentesi ciò che è spiacevole e provoca sofferenza, mentre si esaltano le qualità fisiche come se fossero la meta principale da raggiungere. La realtà virtuale prende il sopravvento sulla vita reale e avviene sempre più facilmente che si confondano i due mondi”. “I poveri diventano immagini che possono commuovere per qualche istante, ma quando si incontrano in carne e ossa per la strada, allora subentrano il fastidio e l’emarginazione”, constata il Papa.

Il personaggio biblico Tobi, dopo aver fatto ogni genere di carità (elemosine, sepolture, ospitalità) si trova in assoluta indigenza, eppure non perde la fede in Dio e lo sguardo rivolto al prossimo; nel momento della prova “scopre la propria povertà che lo rende capace di riconoscere i poveri”. “Se sono povero, posso riconoscere chi è veramente il fratello che ha bisogno di me. Siamo chiamati a incontrare ogni povero e ogni tipo di povertà, scuotendo da noi l’indifferenza e l’ovvietà con le quali facciamo scudo a un illusorio benessere”, ammonisce Francesco. Lo sguardo cristiano non si limita a dare qualcosa, ma è anche ascolto, dialogo, comprensione, attenzione ai bisogni materiali e a quelli spirituali, promozione della giustizia.

“La fede ci insegna che ogni povero è figlio di Dio e che in lui o in lei è presente Cristo: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40)”, conclude papa Francesco.

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