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Incontrare la povertà

Della 5ª Giornata mondiale dei poveri, celebrata domenica scorsa, forse qualcuno non si è neppure accorto...

Parole chiave: Editoriale (380), Stefano Origano (141), Povertà (38)

Della 5ª Giornata mondiale dei poveri, celebrata domenica scorsa, forse qualcuno non si è neppure accorto. Il vero problema è che non ci si accorge tout court dei poveri o che ci si gira dall’altra parte. “I poveri li avete sempre con voi” è il titolo che papa Francesco ha dato al messaggio rivolto ai fedeli e al mondo. Sono le parole che Gesù pronunciò di fronte all’obiezione che il profumo versato da una donna sconosciuta sul suo capo durante un pranzo, fosse uno spreco inutile di denaro mentre si sarebbero potute usare quelle risorse per beneficiare i poveri. Questo il tema: i poveri ci sono sempre, non sempre o quasi mai riconosciamo in essi la presenza del Signore.
La spiegazione del Papa su questo episodio evangelico ci apre la porta ad una diversa visione della povertà e la pone nel cuore dell’annuncio cristiano. Significa che i poveri hanno molto da insegnarci, anzi sono loro i primi evangelizzati che diventano evangelizzatori. Gesù condivide con loro la stessa sorte. “Le sue parole ‘i poveri li avete sempre con voi’ stanno a indicare anche questo: la loro presenza in mezzo a noi è costante, ma non deve indurre a un’abitudine che diventa indifferenza, bensì coinvolgere in una condivisione di vita che non ammette deleghe – ricorda il Pontefice –. Ci sono molte povertà: dei ‘ricchi’ che potrebbero essere curate dalla ricchezza dei ‘poveri’, se solo si incontrassero e conoscessero!”.
La condivisione si differenzia dall’elemosina, “si sa che un gesto di beneficenza presuppone un benefattore e un beneficato, mentre la condivisione genera fratellanza. L’elemosina, è occasionale; la condivisione invece è duratura. La prima rischia di gratificare chi la compie e di umiliare chi la riceve; la seconda rafforza la solidarietà e pone le premesse necessarie per raggiungere la giustizia. Insomma, i credenti, quando vogliono vedere di persona Gesù e toccarlo con mano, sanno dove rivolgersi: i poveri sono sacramento di Cristo, rappresentano la sua persona e rinviano a Lui”.
La conclusione del Papa è un augurio e al tempo stesso una preghiera. “Come sarebbe evangelico se potessimo dire con tutta verità: anche noi siamo poveri, perché solo così riusciremmo a riconoscerli realmente e farli diventare parte della nostra vita e strumento di salvezza”.

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