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Migranti: regole da cambiare

Domenica 26 febbraio a Cutro, in Calabria, si è consumato un nuovo dramma sulle rotte dei migranti nel Mediterraneo. Al momento in cui scriviamo siamo arrivati a 72 morti. Una strage.

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Domenica 26 febbraio a Cutro, in Calabria, si è consumato un nuovo dramma sulle rotte dei migranti nel Mediterraneo. Al momento in cui scriviamo siamo arrivati a 72 morti. Una strage.
Attorno a questo dramma, da un lato, c’è stata la compassione di chi si è impegnato nel salvataggio e nel recupero dei corpi; dall’altro invece è partita la bagarre mediatica che in primis ha coinvolto la politica, con esternazioni che forse chiedevano più riflessione.
Un aspetto sembra comunque sfuggito a molti nel susseguirsi di dichiarazioni e comunicati stampa: nel giro di poco tempo sono giunti in Calabria familiari o amici di quanti avevano fatto il naufragio, anche da altri Paesi europei.
Cosa ci dice questo? Prima di tutto che i migranti non si muovono a caso, ma hanno i loro collegamenti. In seconda battuta ci dice che i ricongiungimenti familiari sono soggetti a regole che li ostacolano, spingendo le persone a seguire percorsi insicuri nelle mani di persone senza scrupolo.
Se poi facciamo un confronto con quanto capitato proprio un anno fa, quando è iniziata la guerra in Ucraina, e ai profughi che fuggivano si sono aperte le frontiere di tutti i Paesi europei, ci accorgiamo che c’è da riflettere.
Ci sono forse persone di serie A e altre di serie B? Per alcune le frontiere sono aperte mentre per altre gli ostacoli sono insormontabili anche per ricongiungersi con i familiari?
Altro aspetto su cui riflettere è il fatto che molti profughi ucraini nel loro esodo si sono appoggiati ad amici e conoscenti già presenti nei Paesi europei. Non c’è stato bisogno di costruire delle grandi strutture per accoglierli. Le reti familiari e amicali hanno costituito un elemento importante per l’accoglienza di miglia di profughi.
Ora, se questo è accaduto per gli ucraini, la domanda viene spontanea: perché questo non viene fatto per chi arriva da Paesi africani o asiatici? Perché non modificare le regole di ingresso “legale”, facendo leva su queste reti? Si sottrarrebbero migliaia di persone ai mercanti di esseri umani e si creerebbe un flusso migratorio “sicuro” per tutti: migranti e cittadini europei. Certo, questo chiede una comprensione del fenomeno migratorio più oggettiva e un approccio culturale e politico diverso dall’attuale.

Giuseppe Mirandola
direttore Ufficio Migrantes

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