Condiscepoli di Agostino
stampa

Prima infatuato per Gerio, poi deluso da Fausto

Nel frattempo, Agostino aveva scritto un libro in due volumi intitolato Il bello e il conveniente. E, ancora attivo assertore del manicheismo, aveva deciso di dedicarlo ad un famoso manicheo di Roma, tal Gerio: “Che cosa, Signore mio Dio, mi ha spinto a dedicare quei libri all’oratore della città romana Gerio? Non lo conoscevo in faccia, ma avevo amato quell’uomo per la fama della dottrina, che era per lui illustre e avevo udito alcune sue espressioni e mi erano piaciute. Ma ancor di più perché piaceva ad altri... Pur in sua assenza l’uomo viene lodato e amato... Dall’amore di uno si accende l’amore di un altro”.

Nel frattempo, Agostino aveva scritto un libro in due volumi intitolato Il bello e il conveniente. E, ancora attivo assertore del manicheismo, aveva deciso di dedicarlo ad un famoso manicheo di Roma, tal Gerio: “Che cosa, Signore mio Dio, mi ha spinto a dedicare quei libri all’oratore della città romana Gerio? Non lo conoscevo in faccia, ma avevo amato quell’uomo per la fama della dottrina, che era per lui illustre e avevo udito alcune sue espressioni e mi erano piaciute. Ma ancor di più perché piaceva ad altri... Pur in sua assenza l’uomo viene lodato e amato... Dall’amore di uno si accende l’amore di un altro”.
Agostino si era però accorto che sotto il peso dell’errore predicato nel manicheismo egli stesso veniva trascinato sempre più in basso: “Dalle voci del mio errore venivo rapito fuori e precipitavo nell’abisso di me stesso sotto il peso della mia superbia”. E si stava domandando che senso avesse il pensare Dio come un corpo luminoso: “Ma che cosa questo mi era giovato, al pensiero che Tu, Signore Dio Verità, fossi un corpo luminoso e immenso e io un frammento di quel corpo?”. Anzi, si premura di precisare che Dio è ovunque e che sempre è con le sue creature: “Nella loro inquietudine gli iniqui non sanno che Tu sei ovunque, Tu che non sei circoscritto da nessun luogo e solo sei presente anche in coloro che sono lontani da Te. Si convertano pertanto e cerchino Te, poiché non come essi hanno abbandonato il loro Creatore tu hai abbandonato la tua creatura. Si convertano essi ed ecco Tu sei nel loro cuore... e Tu nella tua benevolenza tergi le loro lacrime e più piangono e più gioiscono nei pianti... E dove ero io quando ti cercavo? Tu eri davanti a me, mentre io mi ero allontanato persino da me e non riuscivo a trovare me, tanto meno Te!”.
Il suo sogno era però quello di incontrarsi con il più famoso dei Manichei, Fausto: “Al cospetto del mio Dio parlerò a lungo di quel mio ventinovesimo anno di età. Era già venuto a Cartagine un certo vescovo dei Manichei, chiamato Fausto, un grande laccio del diavolo e molti se ne lasciavano coinvolgere per la soavità del suo eloquio... E per circa i nove anni nei quali davo ascolto (alle teorie dei Manichei) con il mio animo vagabondo, con forte desiderio aspettavo che venisse codesto Fausto”. Finalmente riesce nell’intento. Fausto gli dà udienza. Una delusione! Certo affabile e cordiale. Un affabulatore piacevole. Ma quanto a contenuti assai superficiale: “Perciò quando venne, ebbi di lui l’esperienza di un uomo piacevole e gradito nel parlare e che affabulava con molto maggior gradevolezza su quelle cose che si sogliono dire. Ma a che serviva per la mia sete un inserviente di coppe preziose? Già di tali cose erano sature le mie orecchie... Gli presentai alcune questioni che mi premevano, mi accorsi in prima istanza che per quanto riguarda le arti liberali era esperto soltanto in grammatica, e che la sua conoscenza non superava quella di tutti... Dopo che mi fu abbastanza manifesto che (Fausto) era inesperto di quelle arti, nelle quali avevo creduto che eccellesse, cominciai a disperare che egli potesse svelarmi (i segreti) e dissolvere (i miei dubbi)... In verità, i loro libri sono infarciti di favole lunghissime circa il cielo, le stelle, il sole, la luna... Non era (però) per nulla ignaro della sua ignoranza... Fu infranto perciò in me l’interesse che avevo profuso nelle dottrine di Mani”.
Agostino vi scorse un preciso ed inequivocabile segno della Provvidenza: “Le tue mani, Signore, nel segreto della tua provvidenza non abbandonavano l’anima mia e dal sangue del cuore di mia madre grazie alle sue lacrime sparse per giorni e notti, si compiva il sacrificio a Te per me e Tu hai agito con me con modalità meravigliose”.

Tutti i diritti riservati
Prima infatuato per Gerio, poi deluso da Fausto
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento