Condiscepoli di Agostino
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La famiglia vive di amore crescente, intenso e manifesto

L’amore vero ha mille sfumature. Ha manifestazioni feriali, che vanno dal parlarsi con benevolenza, superando il sistema dei silenzi imbarazzanti e angoscianti, fino al dirsi “permesso, grazie, scusa” (cf AL 133). Per essere autentico, senza tuttavia sognarlo idilliaco (cf AL 134-135), deve essere in crescita, secondo l’esortazione di Paolo: “Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti […]. Riguardo all’amore fraterno, […] vi esortiamo a progredire ancora di più” (1 Ts 3,12; 4,9-10).

Parole chiave: Amoris Laetitia (21), mons. Giuseppe Zenti (325), Vescovo di Verona (247), Famiglia (55)

L’amore vero ha mille sfumature. Ha manifestazioni feriali, che vanno dal parlarsi con benevolenza, superando il sistema dei silenzi imbarazzanti e angoscianti, fino al dirsi “permesso, grazie, scusa” (cf AL 133). Per essere autentico, senza tuttavia sognarlo idilliaco (cf AL 134-135), deve essere in crescita, secondo l’esortazione di Paolo: “Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti […]. Riguardo all’amore fraterno, […] vi esortiamo a progredire ancora di più” (1 Ts 3,12; 4,9-10).
Papa Francesco intravede nel dialogo una “modalità privilegiata e indispensabile per vivere l’amore nella vita coniugale e familiare” (AL 136). Pur con modalità differenti di comunicazione, occorre darsi tempo di qualità che permetta l’ascolto nel momento più opportuno favorito dal silenzio interiore, senza fretta. Tutti abbiamo bisogno di ascolto sincero. Non ci basta che ci lascino parlare (cf AL 137). Come pure occorre “cercare di mettersi nei panni” dell’altro (cf AL 138). L’Esortazione invita poi a una grande ampiezza di visuale della nostra mentre, includendovi tutte le possibili differenze, in quanto “l’unità non è uniformità, ma una unità nelle diversità o una diversità riconciliata” (AL 139). Di conseguenza, “è importante la capacità di esprimere ciò che si sente senza ferire; esporre le proprie critiche senza però scaricare l’ira come forma di vendetta” (ivi). Ma per non trovarsi senza parole perché vuoti dentro, occorre alimentarsi di letture, di preghiera, di riflessioni (cf AL 141). In famiglia poi occorre “avere gesti di attenzione per l’altro e dimostrazioni di affetto” (AL 140). Occorre un “amore appassionato” (cf AL 142), dando spazio al mondo delle emozioni e alle espressioni di tenerezza (cf AL 143). Del resto, anche Gesù si lasciava coinvolgere dalle emozioni che svelavano la ricchezza delle sue viscere materne (cf AL 144). Bisogna tuttavia guardarsi bene dal piegare tutto e tutti alle proprie emozioni, da egoisti (cf AL 145). Nell’amore autentico anche le emozioni vengono fatte convergere al vero bene della famiglia (cf AL 146).
Giustamente, Papa Francesco fa osservare che questa impostazione di vita familiare “richiede un cammino pedagogico, un processo che comporta delle rinunce” (AL 147). E a tale riguardo risponde all’obiezione che la Chiesa sia nemica della felicità, con i suoi precetti e i suoi divieti. Riprendendo un pensiero di Papa Benedetto XVI, precisa che lo stesso eros fa parte dell’amore, ma non la falsa divinizzazione dell’eros che disumanizza l’amore.
L’Esortazione insiste poi sulla necessità di educare l’emotività e l’istinto, il controllo di sé e di mettere freno alla “ossessione per un solo tipo di piaceri” (AL 148). Ciò non significa eliminare ogni desiderio, poiché Dio ama la gioia dei suoi figli (cf AL 149). Anche la dimensione erotica ha la sua importanza e fa parte del progetto di Dio sulla sponsalità: “Dio stesso ha creato la sessualità, che è un regalo meraviglioso per le sue creature. […] Il bisogno sessuale degli sposi non è oggetto di disprezzo” (AL 150). Riprendendo un pensiero di San Giovanni Paolo II si annota che “l’essere umano è chiamato alla piena e matura spontaneità dei rapporti. La sessualità non è una risorsa per gratificare o intrattenere, dal momento che è un linguaggio interpersonale dove l’altro è preso sul serio, con il suo sacro e inviolabile valore. In questo contesto, l’erotismo appare come manifestazione specificamente umana della sessualità. [...] La corporeità sessuata non è soltanto sorgente di fecondità e di procreazione […]. L’erotismo più sano, sebbene sia unito a una ricerca di piacere, presuppone lo stupore, e perciò può umanizzare gli impulsi” (AL 151). Di conseguenza “in nessun modo possiamo intendere la dimensione erotica dell’amore come un male permesso, bensì come un dono di Dio che abbellisce l’incontro tra gli sposi” (AL 152).

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