Condiscepoli di Agostino
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La famiglia e la Chiesa

Certo, l’Esortazione, fin dal suo inizio, non poteva non prendere in considerazione, per riflettervi con maggiore profondità nel capitolo VIII, anche le “situazioni difficili e famiglie ferite”, di fronte alle quali è necessario un adeguato discernimento, che non sconfessa affatto la chiarezza della dottrina cattolica sul matrimonio, ma si mostra sensibile e attento alla complessità delle diverse situazioni che coinvolgono persone che soffrono a motivo della loro condizione (cfr AL 79).

Parole chiave: Amoris Laetitia (21), Vescovo di Verona (244), mons. Giuseppe Zenti (308), Famiglia (54), Chiesa (180)

Certo, l’Esortazione, fin dal suo inizio, non poteva non prendere in considerazione, per riflettervi con maggiore profondità nel capitolo VIII, anche le “situazioni difficili e famiglie ferite”, di fronte alle quali è necessario un adeguato discernimento, che non sconfessa affatto la chiarezza della dottrina cattolica sul matrimonio, ma si mostra sensibile e attento alla complessità delle diverse situazioni che coinvolgono persone che soffrono a motivo della loro condizione (cfr AL 79). La Chiesa pertanto “si rivolge con amore a coloro che partecipano alla sua vita in modo imperfetto: invoca con essi la grazia della conversione, li incoraggia a compiere il bene, a prendersi cura con amore l’uno dell’altro e a mettersi a servizio della comunità nella quale vivono e lavorano” (AL 78). Si tratta dei “fedeli che semplicemente convivono o che hanno contratto matrimonio soltanto civile o sono divorziati risposati” (ivi). E se le condizioni oggettive lo consentono, l’Esortazione invita ad accompagnare la coppia al sacramento del Matrimonio (cfr ivi).
Prima di tutto però l’Esortazione calamita il suo baricentro sulla famiglia, a cominciare dalla sponsalità coniugale considerata come “intima comunità di vita e di amore coniugale” (AL 80), aperta, sempre con senso di responsabilità ispirata dalla fede, alla trasmissione della vita al figlio che “sboccia al cuore stesso del loro mutuo dono, di cui è frutto e compimento” (ivi). L’Esortazione precisa: “Il figlio chiede di nascere da un tale amore e non in qualsiasi modo, dal momento che egli ‘non è qualcosa di dovuto ma un dono’” (AL 81). E la generazione non può ridursi “a una variabile della progettazione individuale o di coppia” (AL 82). Prosegue affermando l’armonia da realizzare tra la comunione di coppia e la responsabilità generativa, valorizzando i metodi di regolazione della natalità (cfr ivi). Di conseguenza, se la famiglia è il santuario della vita, è contradditorio farla diventare luogo di morte della creatura chiamata alla vita. Inizio della vita e sua conclusione vanno protetti (cfr ivi).
L’Esortazione ricorda poi il gravissimo dovere della educazione dei figli di competenza dei genitori, con i quali le altre istituzioni, scuola in primis, devono assolvere il loro compito sussidiario, in un singolare patto educativo (cfr AL 84). La Chiesa aiuta i genitori ad adempiere il loro ruolo specifico, come “veri ministri educativi” (AL 85). Interessante l’osservazione contenuta al n. 86, nel quale si ringraziano le famiglie capaci di testimonianza di essere “Chiesa domestica”. In essa “matura la prima esperienza ecclesiale della comunione tra persone, in cui si riflette, per grazia, il mistero della Santa Trinità”. E ancora una volta ribadisce un concetto ormai abbastanza consolidato: “La Chiesa è famiglia di famiglie .. ogni famiglia diventa a tutti gli effetti un bene per la Chiesa … La Chiesa è un bene per la famiglia, la famiglia è un bene per la Chiesa” (AL 87). Infine “l’amore vissuto nelle famiglie è una forza permanente per la vita della Chiesa” (AL 88).

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