Condiscepoli di Agostino
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Generato nello spirito dalle lacrime di Monica

Nel travaglio interiore di Agostino, da lui stesso narrato nel libro terzo delle Confessioni, vi è un episodio che merita di essere messo in evidenza. Stava studiando Retorica a Cartagine, con brillante successo. Assetato di verità, aveva aderito alla setta dei manichei, che avversavano il cristianesimo nei suoi stessi fondamenti...

Parole chiave: Aforismi (42), Sant'Agostino (172), Mons. Giuseppe Zenti (308)

Nel travaglio interiore di Agostino, da lui stesso narrato nel libro terzo delle Confessioni, vi è un episodio che merita di essere messo in evidenza. Stava studiando Retorica a Cartagine, con brillante successo. Assetato di verità, aveva aderito alla setta dei manichei, che avversavano il cristianesimo nei suoi stessi fondamenti.
Sua madre Monica, rimasta vedova, lo aveva raggiunto a Cartagine. Si era accorta della condizione dell’animo traviato del figlio. Nel frattempo, frequentando la chiesa, aveva conosciuto un vescovo. Lo supplicò di incontrare il figlio Agostino, per discutere con lui, al fine di sottrarlo dalle catene culturali dei manichei. Quel vescovo invece si rifiutò, poiché, a suo dire, Agostino era troppo gonfio di sé, incapace di vedere il male di quella eresia. Le diede questo suggerimento: «Lascialo stare. Soltanto prega il Signore per lui; scoprirà da se stesso, leggendo, quale sia il suo errore» (Confessioni 3, 12.21). Monica, crucciata come madre di non ottenere da quel vescovo un favore che sembrava naturale, insisteva ad oltranza. Con molte lacrime. Quel vescovo se ne indispettì. E irritato la mandò via in modo brusco: «Vattene, lasciami». Certo per Monica queste parole sarebbero state una doccia fredda, se non fossero state seguite da altre. Profetiche: «Non può accadere che il figlio di queste lacrime possa perire!» (ivi. “Fieri non potest ut filius istarum lacrimarum pereat”).
Annota Agostino che queste parole profetiche furono per sua madre un balsamo. Le custodì in cuore. E le diedero la forza di seguire il figlio, sempre più aggrovigliato in problematiche filosofiche e, non meno, morali, avvinto com’era dalla libidine sessuale ovunque si recasse. Fino a Milano. Fino alla sua radicale conversione al cristianesimo cattolico, all’età di trentadue anni.
Dall’incontro con quel vescovo fino alla conversione erano passati circa 14 anni. Anni di preghiere e di lacrime. E di paziente e benevola vicinanza al figlio. Con la certezza in cuore che quelle parole profetiche si sarebbero realizzate. La grandezza della santità straordinaria di Agostino è stata fecondata dalle lacrime e dalle preghiere di sua madre Monica, la quale, in compenso, prima di morire, chiese ad Agostino e all’altro figlio Navigio, che nel frattempo aveva raggiunto il fratello e la madre, di ricordarla all’altare di Dio. Di certo  Monica va considerata icona e protettrice di tutte le mamme (unitamente ai mariti) che non si lasciano travolgere dallo sconforto nel vedere i figli andare alla deriva, dopo essere stati da loro stesse educati bene, cristianamente.

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