Commento al Vangelo domenicale
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Le sorelle Marta e Maria: tra contemplazione e azione

Luca 10,38-42

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Le sorelle Marta e Maria:  tra contemplazione e azione

Subito dopo la parabola del buon Samaritano, l’evangelista Luca inserisce un altro episodio che troviamo solo nel suo testo: la sosta di Gesù nella casa delle sorelle Marta e Maria, in cui emerge l’esigenza dell’umile ascolto della parola di Cristo. Per l’arte cristiana la scena che oggi il Vangelo ci propone è uno dei modelli iconografici costanti.
Una singolare rilettura del racconto evangelico si ha nel dipinto seicentesco Cristo in casa di Marta e Maria, opera dell’olandese Jan Vermeer. Dal Vangelo il pittore estrae un capolavoro di pedagogia e spiritualità. Al centro del dipinto, nella luce, Vermeer colloca Marta mentre serve il pane; invece Maria è nell’ombra a sinistra, seduta ai piedi di Gesù. Questa conversazione in cui Cristo accetta l’adorante ascolto di una delle due persone presenti, ma non rifiuta il servizio dell’altra, avviene nell’ambito di una particolare attenzione che segna il rapporto di Gesù con le donne. Questa attenzione è dovuta, almeno in parte, alla precarietà sociale delle donne nel mondo antico, spesso collocate ai margini della vita sociale e religiosa. Ma si tratta anche di simpatia umana e reciproca stima, come Vermeer suggerisce nella posa rilassata di Gesù, perfettamente a suo agio nella casa di Marta e Maria.
Gesù a Betania trova il calore dell’ospitalità. In quella casa periferica egli gusta il sapore dell’amicizia e della quiete serena. La grande novità sta nel fatto che Gesù accetta di essere ospitato da due donne. Nel Vangelo di Luca, questo comportamento di Gesù nella stima e nella valutazione della donna non rimane isolato, ma rientra in un grande insieme teologico. Consapevole del suo ruolo di padrona di casa, Marta cerca di offrire a Gesù l’accoglienza che ritiene migliore.
L’evangelista Luca ci dice che Marta è tutta presa dai molti servizi e che si lamenta con Gesù di essere stata lasciata sola a servire. L’attivismo di Marta è espressione dell’attenzione rispettosa che essa porta al Signore, e manifesta il desiderio di dargli un’accoglienza degna. Vuole essere quindi una fervorosa discepola del Maestro. Di certo, Gesù non intende condannare Marta che vuole accoglierlo tanto generosamente, ma assegna il primo posto all’ascolto della sua parola: ascolto attento, continuo, senza distrazione. La vera cosa di cui c’è bisogno è proprio l’ascolto di Gesù, l’ascolto profondo e interiore di Dio. In mezzo alle vicende dell’esistenza occorre sempre tener aperto un canale di ascolto della Parola di Dio. Bisogna impedire che il nostro essere venga tutto preso dalle cose e dal fare.
In verità non si tratta della celebrazione della superiorità della contemplazione sull’azione, ma dell’affermazione di una necessità di base che deve essere presente in ogni stato di vita e in ogni situazione, quella dell’ascolto interiore della Parola di Dio. Maria esalta il primato e la necessità vitale di tenere aperto l’orizzonte dello spirito e dell’infinito, con l’ascolto interiore che ci immette in Dio e nel mistero della vita. Questo è il vertice della lezione di Gesù: ascoltare la sua parola, che è la parte migliore, quella sola di cui c’è bisogno.

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