Commento al Vangelo domenicale
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I benefici donati dal vero creatore e provvidente

Dopo la sua lunghissima e complessa disquisizione sul mondo del politeismo, Agostino sente il bisogno di passare in rassegna gli infiniti benefici che Dio creatore e provvidente elargisce all’essere umano: “E tanto per cominciare a passare in rassegna quelle opere dell’unico e vero Dio…

Parole chiave: La cittià di Dio (1), Sant'Agostino (175), Mons. Giuseppe Zenti (310), Vescovo di Verona (245)

Dopo la sua lunghissima e complessa disquisizione sul mondo del politeismo, Agostino sente il bisogno di passare in rassegna gli infiniti benefici che Dio creatore e provvidente elargisce all’essere umano: “E tanto per cominciare a passare in rassegna quelle opere dell’unico e vero Dio… noi veneriamo quel Dio che agli esseri da Lui creati ha stabilito gli inizi e la fine della sussistenza e del movimento; (quel Dio) che possiede, conosce e dispone le cause delle cose; che ha dato principio alla forza delle sementi; che ha infuso l’anima razionale, detta animo, in coloro che ha voluto viventi; che ha donato la facoltà e l’uso della parola… che ha creato e mantiene veemente e impetuoso il fuoco cosmico per riscaldare l’immensità della natura; che è creatore e ordinatore di tutte le acque; che ha fatto il sole, la più fulgente delle luci sensibili… che per gli esseri mortali dispone i semi e il nutrimento nella successione; che rende stabilmente feconda la terra; che elargisce i suoi frutti agli animali e agli uomini; che conosce, ordinandole al fine, non solo le cause primarie ma anche quelle secondarie; che ha stabilito alla luna il proprio limite; che dispone vie celesti e terrestri ai mutamenti nello spazio… che ha istituito il coniugio del maschio e della femmina come aiuto per la propagazione della prole; che alle popolazioni umane ha concesso il dono del fuoco terreno per farne i più svariati usi come calore e come luce… Queste cose fa e mette in azione l’unico e vero Dio, ma in quanto Dio è nella sua totalità ovunque, incluso in nessun luogo, vincolato da nessuna catena, non è divisibile in nessuna parte, non è mutabile da nessuna parte, Lui che riempie il cielo e la terra con la presenza della sua potenza, con una natura che non è indigente di nulla. Pertanto così amministra ogni cosa che ha creato in modo da consentire di mostrare e attuare i movimenti che sono loro propri. Benché, infatti, per nulla possano (esistere) senza di Lui, non sono ciò che Lui è… Da questo unico e vero Dio noi speriamo la vita eterna” (De civ. Dei VII, 30).
Dopo aver passato in rassegna, per sommi capi, i doni elargiti da Dio all’uomo, e dopo aver fatto risaltare la sua provvidenza nel governo delle cose da Lui create, sente il bisogno di rendere grazie a Dio più specificamente per il dono della vita e della misericordia. Mai infatti saremo abbastanza grati a Dio per il dono della vita e per la sua misericordia incarnata nel suo Figlio fatto uomo: “Per il fatto che siamo, che viviamo, che guardiamo il cielo e la terra, che abbiamo la mente e la ragione, mediante la quale possiamo ricercare Colui che in persona ha creato ogni cosa, non saremo in nessun modo in grado di rendergli grazie. Tuttavia, per il fatto che noi eravamo appesantiti e abbruttiti dai peccati e nella condizione di voltare le spalle alla contemplazione della sua luce e accecati dall’amore delle tenebre cioè dell’iniquità, non ci ha per nulla abbandonati e ha mandato a noi il suo Verbo che è il suo unico Figlio, mediante il quale, nato e soggetto alla passione per noi dopo essere stata da Lui assunta la nostra carne, potessimo conoscere quanto l’uomo stesse  a cuore a Dio e fossimo purificati da tutti i peccati mediante quel suo singolare sacrificio” (De civ. Dei VII, 31).
† Giuseppe Zenti
Vescovo di Verona

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