Famiglia e paternità nel sesto film della saga ma i personaggi mancano di spessore psicologico
Cattivissimo me 4
(Stati Uniti, 2024)
Regia: Chris Renaud e Patrick Delage
Con: Max Giusti, Carolina Benvenga, Stefano Accorsi, Steve Carell
Durata: 95 minuti
Valutazione Cnvf: consigliabile/semplice/adatto per dibattiti
Dopo Kung Fu Panda 4, Inside Out 2, in attesa di Oceania 2, è uscito in sala Cattivissimo me 4, il sesto film del franchise prodotto da Illumination e distribuito da Universal.
Gru, il protagonista, felicemente sposato con Lucy, diventa padre di Gru Junior. Continuando la sua vita da agente della Lega Anti-Cattivi, riceve l’incarico di arrestare il suo ex compagno di liceo Maxime Le Mal. L’evasione di quest’ultimo dal carcere dopo la cattura, però, costringe il protagonista a partecipare ad una specie di programma protezione testimoni. Cambio di identità e trasloco forzato nella ridente cittadina di Mayflower nel tentativo di vivere una vita normale, facendo il possibile per essere un buon padre (tanto per le tre figlie adottive quanto per il piccolo nuovo arrivato) e cercando di coltivare rapporti di buon vicinato.
In tutto questo, naturalmente, non mancano gli spassosissimi Minions: alcuni restano in casa con il loro capo, altri vengono utilizzati dalla Lega Anti-Cattivi per un esperimento che conferisce a cinque di loro i superpoteri (con una evidente citazione-parodia dei Fantastici 4 e X-Men di casa Marvel).
Un film d’animazione che continua ad affrontare il tema della famiglia: se il primo parlava di paternità (con l’adozione di Margot, Edith e Agnes), il secondo di relazione tra partner (con l’arrivo di Lucy), il terzo di famiglia d’origine (con la presenza di Dru, il fratello gemello del protagonista), in questo quarto episodio torna una specie di riflessione sulla paternità (guardando al protagonista nella “nuova veste” di padre naturale, non più solo adottivo). Infatti, proprio la relazione tra Gru e il suo figlioletto è uno dei filoni principali della trama. A questo si affianca il rapporto con il proprio passato e con i piccoli grandi traumi dell’adolescenza che segnano le persone anche nella vita adulta.
È davvero un peccato, però, che il risultato finale non sia assolutamente il migliore della saga. Purtroppo, infatti, sembra che la casa di produzione abbia scelto di assecondare più il gusto dei bambini che non di approfondire un po’ i personaggi dando anche agli adulti la possibilità di riflettere divertendosi. Se l’utilizzo non troppo invadente dei Minions riesce a rendere i loro sketch molto divertenti, le numerose scene di azione danno un ritmo concitato alla narrazione, le canzoni pop con le relative coreografie realizzate dai personaggi conferiscono un tono più allegro alla storia, tuttavia queste scelte vanno a scapito dello spessore dei personaggi.
A fronte del divertimento assicurato, l’impressione all’uscita dalla sala è di aver già visto questo film, quasi non ci fosse niente di veramente nuovo da raccontare.
Per la versione estesa della recensione: https://familycinematv.it
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