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Quei tre colori nella bandiera che identifica gli italiani

“E la bandiera dei tre colori sempre è stata la più bella, noi vogliamo sempre quella, noi vogliam la libertà” cantavano i risorgimentali su un testo del 1848 con parole del poeta Francesco Dall’Ongaro e musica di un certo Cordigliani...

Parole chiave: Bandiera (2), Tricolore (1), Repubblica (2), Italia (22)
Quei tre colori nella bandiera che identifica gli italiani

“E la bandiera dei tre colori sempre è stata la più bella, noi vogliamo sempre quella, noi vogliam la libertà” cantavano i risorgimentali su un testo del 1848 con parole del poeta Francesco Dall’Ongaro e musica di un certo Cordigliani.
Il vessillo italiano negli ultimi anni è stato molto valorizzato, grazie anche all’istituzione della Festa del Tricolore (7 gennaio), a partire dal 1997. La prima apparizione dello schema verde-bianco-rosso sembra essere nell’agosto 1789, come coccarda di un gruppo di rivoluzionari italiani che a Genova si ispiravano alle idee e ai moti francesi, riproponendone la bandiera, pur con una variante locale.
Il nuovo tricolore, antesignano del vessillo italiano, ebbe diffusione proprio con l’avanzare delle idee rivoluzionarie e con la nascita delle “Repubbliche sorelle” grazie alla conquista dell’Italia settentrionale da parte delle truppe francesi guidate dal giovane Napoleone Bonaparte (1769-1821).
La Repubblica transpadana (attuali province di Milano, Brescia, Bergamo e Crema) a partire dall’11 ottobre 1796 lo scelse come coccarda della Legione Lombarda, perché vi si ritrovavano i colori del Comune di Milano, bianco e rosso, oltre che il verde delle uniformi della Guardia civica milanese.
La Repubblica cispadana (territori del Bolognese, del Ferrarese, del Modenese, del Reggiano, della Garfagnana, di Massa e di Carrara) li scelse per la Legione italiana e successivamente, il 7 gennaio 1797, per la propria bandiera, disposti su bande orizzontali con il rosso in alto, il bianco al centro e il verde in basso. A proporne l’adozione con grande forza fu Giuseppe Compagnoni (1754-1833) che nei mesi precedenti aveva abbracciato con entusiasmo le idee illuministe e l’onda dei rivolgimenti. Eletto deputato al Congresso cispadano, nella cosiddetta “sala del congresso centumvirato” del municipio di Reggio Emilia fece una mozione per rendere ufficiale questo tricolore, che venne subito accolta in maniera trionfale perché tutti potevano riconoscersi. Poche settimane dopo, nell’assemblea di Modena fu confermata la scelta definendo il Tricolore “simbolo dell’unità indissolubile della Nazione”.
La Repubblica cisalpina, che andò ad inglobare le due già citate, tramite il Gran Consiglio, l’11 maggio 1798 adottò il tricolore a bande verticali. Successivamente, questa fu la bandiera della Repubblica italiana (1802-1805), del Regno d’Italia (1805-1814), delle lotte risorgimentali, della Repubblica Romana (1849). Il 17 marzo 1861, con la proclamazione del Regno d’Italia, diventò il vessillo nazionale, anche se il riconoscimento per legge ci fu solo nel 1925. Alla nascita della Repubblica Italiana il decreto legislativo del presidente del Consiglio (12 giugno 1946) ne stabilì la foggia provvisoria, ratificata dall’Assemblea Costituente (24 marzo 1947).
Un’unica bandiera che raccoglie una speranza comune, parafrasando le parole di Goffredo Mameli nella seconda strofa di quello che è diventato il nostro inno, Il Canto degli italiani.

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