Una giornata particolare
stampa

La parabola del marxista democratico Allende visionario fatto fuori da un colpo di stato

Tra le tante Giornate particolari che stiamo imparando a conoscere insieme e che spuntano come funghi (quando le annate sono ben più piovose di questa), ve ne sono alcune che sembrano fatte apposta per creare polemica e divisione...

Parole chiave: Una giornata particolare (117)
La parabola del marxista democratico Allende visionario fatto fuori da un colpo di stato

Tra le tante Giornate particolari che stiamo imparando a conoscere insieme e che spuntano come funghi (quando le annate sono ben più piovose di questa), ve ne sono alcune che sembrano fatte apposta per creare polemica e divisione. Senz’altro lo è quella che lega l’11 settembre al ricordo di Salvador Allende, ben prima che questa data andasse a memoria per gli attentati terroristici sul territorio degli Stati Uniti d’America. Nato a Santiago del Cile il 26 giugno 1908 con il nome completo (successivamente da lui cambiato in maniera ufficiale) di Isabelino del Salgrado Corazon de Jesus Allende Gossens, visse una vita quasi sempre sotto i riflettori, prima di morire l’11 settembre 1973. La questione vera è come bisogna ricordarlo: un eroe, un martire dell’imperialismo, un dittatore dalla faccia pulita, un politico illuminato o uno che ha condotto alla rovina il suo popolo? Senza pretesa di trovare risposte, conosciamo alcuni dati per farcene un’idea. Nato in una famiglia borghese e ricca, che da parte paterna era dichiaratamente atea, anticlericale e con una grande passione per la politica (il nonno fu tra i principali esponenti del Partito radicale cileno), Salvador da studente universitario di medicina entrò a fare parte della massoneria e fu tra i fondatori del Partito Socialista del Cile (1933). Dopo una lunga carriera che lo ha visto deputato, segretario nazionale del partito, ministro della Sanità e delle Politiche sociali, senatore e presidente del Senato, nel 1970 fu eletto presidente della Repubblica cilena risultando il primo marxista al comando di un Paese democratico; durante il suo mandato cercò di portare avanti una rivoluzione socialista che mettesse mano a una riforma importante della società, ma in forma non violenta e staccandosi dall’idea del monopartitismo: per questo fu ritenuto un marxista eterodosso. Nei suoi anni di governo non mancarono proteste e disagi anche perché si era nel pieno della Guerra fredda e uno Stato socialista in quelle zone non poteva passare indifferente alla storia. L’amministrazione Nixon, con l’appoggio della Cia (come confermato ufficialmente a inizio nuovo millennio) mise in ginocchio l’economia cilena e sostenne un golpe militare che l’11 settembre portò all’assedio del palazzo presidenziale, da cui uscì il corpo morto di Allende: gli storici non sono concordi se si sia trattato del suicidio di un presidente consapevole della sua fine o dell’uccisione da parte di un golpista. Immediatamente salì al potere il generale Augusto Pinochet, che era a capo del gruppo di golpisti e che instaurò un regime autoritario e dittatoriale durato fino all’11 marzo 1990, rendendosi responsabile di crimini contro l’umanità. Di Salvador Allende rimangono anche le parole e le pretese: parlava di sé come colui che era disposto a dare la vita per il popolo, al sacrificio per la libertà di tutti, al diventare un seme per un futuro nuovo. Parole che sulla sua bocca risultavano divisive e che hanno trovato compimento solo in Gesù di Nazareth.

Tutti i diritti riservati
La parabola del marxista democratico Allende visionario fatto fuori da un colpo di stato
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento