Spiato in tv
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Un diversivo rispetto ai soliti telegiornali

Sono tanti i modi per tirare le fila di ciò che è capitato in un particolare periodo. Massimo Gramellini con Le parole della settimana propone ai telespettatori un suo personale taccuino su cui ha raccolto, a suo insindacabile giudizio, le parole attorno alle quali si sono dipanati tanti fatti appena accaduti...

Parole chiave: Le parole della settimana (1), Spiato in tv (180), Giuseppe Begnigni (48)
Un diversivo rispetto ai soliti telegiornali

Sono tanti i modi per tirare le fila di ciò che è capitato in un particolare periodo. Massimo Gramellini con Le parole della settimana propone ai telespettatori un suo personale taccuino su cui ha raccolto, a suo insindacabile giudizio, le parole attorno alle quali si sono dipanati tanti fatti appena accaduti. Il programma mette così insieme le sue attività di giornalista che raccoglie e rilancia subito la notizia, e di scrittore che, invece, ha il tempo di riflettere e non solo di informare sulla cronaca del giorno. Il conduttore si definisce perciò un cantastorie dell’attualità che, astraendosi dai fatti e tuttavia senza staccarsi da essi che rimangono l’indiscussa fonte d’ispirazione, commenta la realtà nei suoi nuclei più profondi.
Se sulla carta stampata il suo nome è legato al compito di editorialista chiamato a condensare in poche battute il suo pensiero (cura la rubrica “Il caffè” sul Corriere della Sera, ndr), in video gli sono concessi una maggiore libertà d’espressione, più tempo e risorse a disposizione. Il suo argomentare, infatti, avviene nel dialogo con gli ospiti da lui scelti non solo tra i volti noti, ma più spesso portando davanti alle telecamere uomini e donne con belle storie personali che non ambiscono certo a diventare personaggi pubblici. Il suo modo di presentare è abbastanza veloce: dopo un’abbondante introduzione, pone domande dirette e desidera riposte concise, senza tralasciare di usare l’arma dell’ironia in tutto ciò che ascolta.
A spezzare il ritmo interviene Geppi Cucciari che con la sua verve comica da un lato mette alla berlina ciò che sente dal pubblico, dall’altro ne cerca l’applauso con i suoi monologhi di satira politica. In onda all’ora dei telegiornali più seguiti che da soli raggiungono il 50% di share, dopo 10 minuti di anteprima dove è presentato un libro intervistandone l’autore, il programma con il suo 5% di share è un diversivo rispetto alle solite notizie. Gramellini non possiede la cultura e il sorriso di Umberto Broccoli e neppure l’aplomb di Corrado Augias, indossa quindi il vestito d’intellettuale un po’ snob, sempre critico su chi governa il Paese. La presenza della Cucciari mal si sposa con l’impianto del programma. Ridicolizza l’argomento che il presentatore affronta, invece, in modo serio. Il rischio è che le parole di Gramellini siano solo frasi al vento, pronunciate un po’ di fretta, espressioni interessanti ma mai realmente approfondite, e quindi che il suo argomentare in definitiva si riduca a una chiacchiera e nulla di più.

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